Blankenship Amy - Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità
- Название:Una Luce Nel Cuore Dell'Oscurità
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Aveva i capelli argentati e gli occhi dorati... i capelli di Toya erano neri come la notte ma avevano le stesse strie argentate. Erano caratteristiche molto insolite e lui conosceva soltanto Toya con quella particolarità.
Vedendo che l’uomo se ne stava andando portando Kyoko con sé, Shinbe mise da parte il proprio disagio. Toya lo avrebbe ucciso se non l’avesse fermato.
«Che diavolo hai fatto a Kyoko?» ringhiò, mentre i suoi occhi brillavano. Kyoko non era la sua ragazza ma le voleva bene... più di quanto avrebbe ammesso, e poi era la migliore amica di Suki. Quel tipo non l’avrebbe portata via.
Kyou mise un braccio sotto le gambe di Kyoko e la sollevò senza sforzo. La teneva come se fosse una bambina, facendole poggiare la testa sulla spalla, senza svegliarla. Nel momento in cui la sua testa gli toccò la spalla, lei si rannicchiò nel suo abbraccio e sospirò.
Kyou percepiva la fiducia e la contentezza nella sua aura mentre si accoccolava tra le sue braccia. Quella piccola donna lo turbava e più la guardava, più aveva voglia di nasconderla al mondo intero. Sapeva di poterlo fare se avesse voluto, e la tentazione era grande. Non aveva mai trasformato nessuno... ma se avesse voluto... avrebbe potuto farlo.
La protettività nei suoi confronti, così come il bisogno possessivo, lo stupivano. Com’era possibile che quella ragazza lo influenzasse in tal modo? Distogliendo lo sguardo dal suo viso angelico, vide un giovane che gridava. A quanto pare, gli uomini che la desideravano continuavano ad intromettersi.
Incrociò il suo sguardo ametista e percepì una strana sensazione di familiarità. «Non sono affari tuoi, stregone.» lo ammonì Kyou con voce gelida.
In quel momento sapeva che neanche Hyakuhei sarebbe riuscito a portargliela via, era sua. La strinse ancora di più quando percepì l’affetto nell’aura dell’altro potente uomo.
Lottando contro i propri pensieri, ringhiò di nuovo. Non avrebbe lasciato che la ragazza lo raggiungesse... non era ancora pronto a lasciarla andare. Aveva troppe domande e lei gli avrebbe dato le risposte, che le piacesse o no.
Sentendo di aver ripreso il controllo, Kyou decise che era ora di andarsene.
Shinbe stava camminando quando l’uomo si mosse. Beh, forse “muoversi” non era il verbo adatto. Quel tipo era svanito e poi riapparso davanti a lui.
«Ma che cavolo...?» esclamò Shinbe, fermandosi di colpo mentre osservava quel viso spaventoso.
Rimase scioccato e il suo cuore quasi si fermò. A pochi centimetri da lui c’era un uomo con la pelle di porcellana, che somigliava troppo a Toya. Poteva giurare di aver visto le sue zanne e di aver sentito un ringhio di avvertimento.
Rimase immobile mentre l’uomo gli premeva un dito sul petto, poi si ritrovò seduto a terra. Sbattendo le palpebre, lo vide passare sopra di sé e svanire all’improvviso.
Suki arrivò in tempo per vedere Shinbe che cadeva a terra e un uomo alto e con i capelli argentati che scompariva con Kyoko. Svanì in un batter d’occhio.
Shinbe rimase seduto ancora per un momento, sbattendo le palpebre in confusione. «Che diavolo è successo?» gridò Suki, aiutandolo a rialzarsi, «Chi era quell’uomo che è scomparso con Kyoko?». Entrambi si voltarono e uscirono per seguirlo. Era davvero svanito nel nulla?
Uscirono dall’edificio e si guardarono attorno freneticamente, ma non c’era nessuna traccia dell’uomo né di Kyoko.
Si voltò verso Shinbe con gli occhi lucidi, pronta a scoppiare in lacrime. «Dove sono andati? Quell’uomo ha rapito Kyoko!». Stava tremando di paura. Quella che era iniziata come una divertente serata tra ragazze si era trasformata in un incubo.
«Calmati, Suki. La troveremo. È venuto anche Toya.» disse Shinbe, guardandosi intorno con ansia alla ricerca del suo amico. «Pensavo che fosse dietro di me!» esclamò.
La preoccupazione si trasformò rapidamente in rabbia, adesso che Suki era al sicuro accanto a lui. Poi ripensò all’accaduto e i suoi occhi si oscurarono. «A che diavolo stavi pensando? Poteva succederti qualcosa e magari non avrei saputo dov’eri!» esclamò, afferrandola per le braccia.
Suki serrò le labbra per la rabbia. Qual era il problema? Non era certo la prima volta che usciva con gli amici. Incrociò il suo sguardo, ancora più furiosa. «Ma che diavolo mmff...» fu interrotta da un bacio straziante.
Shinbe era così preoccupato per lei da non riuscire a fermare i sentimenti che si erano scatenati. Voleva farle sentire ogni emozione che gli scorreva nelle vene in quel momento. La strinse forte, giurando a se stesso che non l’avrebbe mai più persa di vista.
Suki gemette per l’intensità di quel bacio, era come se lui stesse mettendo a nudo ogni emozione che aveva nell’anima. Le sembrava quasi di toccarle mentre gli poggiava le mani sulle spalle. Sentendo le gambe molli e sapendo che sarebbe caduta se avesse lasciato la presa, lo strinse forte.
La sua mente si svuotò per un momento, facendole dimenticare che era arrabbiata con lui o che Kyoko era appena scomparsa. Tutto quello che sentiva era Shinbe e un amore senza fine.
Lui allentò la presa e strofinò il naso sul suo. I suoi occhi erano colmi di sollievo, ma anche di desiderio. Scuotendo leggermente la testa, Shinbe cercò di concentrarsi sulla situazione e, per una volta, la sua mente non cedette alla sensazione del corpo di Suki tra le sue braccia... dopotutto, era successo in molte vite.
«Sono successe un po’ di cose che devi sapere. Non era sicuro uscire da sole, stasera. Ti racconto tutto mentre cerchiamo Toya. Dovrebbe esserci anche Kotaro.» le disse abbracciandola mentre si dirigevano verso il parcheggio.
Suki era troppo sconvolta e si limitò ad annuire.
*****
Toya attraversò il parcheggio di corsa, maledicendo Shinbe per averlo lasciato indietro. Era dovuto scendere dall’auto dal lato del passeggero perché non aveva spazio, nella fretta di raggiungere Kyoko aveva parcheggiato troppo vicino al muro. Purtroppo se n’era accorto solo dopo aver aperto lo sportello, provocando un’ammaccatura alla sua dolce bambina.
Ma non era stato questo a rallentarlo. Mentre correva, all’improvviso era sbucato un bambino dal nulla e gli era finito addosso. L’impatto lo aveva fatto cadere a terra e, quando si era rialzato, si era fermato per aiutare il bambino.
«Ehi piccolo... stai bene?» gli chiese, ma ritrasse subito la mano quando lui sibilò e se ne andò nella direzione opposta, come se avesse Satana alle calcagna.
Toya si scrollò di dosso la brutta sensazione che aveva percepito e scrutò la discoteca a due piani. La strana sensazione aumentò quando notò l’ombra di un uomo che, con qualcuno in braccio, saltò da una delle finestre all’ultimo piano. C’era qualcosa che non andava.
I suoi occhi brillarono d’argento... i suoi sensi percepivano cose che lui ancora non capiva. Continuava ad avere i brividi e, mentre si avvicinava al club, ringhiò quando si rese conto che c’erano due ingressi. Uno sembrava l’ingresso principale e l’altro era altrettanto affollato. Decidendo di passare da quello principale, si fece largo tra la folla.
“Sarà meglio per lei che non sia successo niente. Quando la trovo, la ammanetto a me, che lo voglia o no.”. Mentre cercava Kyoko, i riflessi argentati nei suoi occhi s’intensificarono.
*****
Kyou percorse il vicolo dietro il club con Kyoko tra le braccia. Aveva deciso di portarla a casa sua, in attesa che si riprendesse. Alzò lo sguardo verso il suo attico, proprio dall’altro lato della strada. Sarebbe stata al sicuro con lui... ma avrebbe dovuto fare attenzione. Percepiva il servo di Hyakuhei nell’oscurità attorno al locale.
Serrò le mascelle quando sentì un debole grido in lontananza e capì che avevano trovato un’altra vittima. Guardando la ragazza addormentata, i suoi occhi dorati s’intenerirono. Per adesso sarebbe stato il suo segreto. Era leggera come una piuma e sembrava così fragile.
Non riusciva a capire come una ragazza così esile potesse avere uno spirito così indomito e un’anima così pura. E poi, aveva pronunciato il nome di suo fratello come se lo conoscesse. Com’era possibile?
I suoi pensieri s’interruppero quando percepì davanti a sé una potente creatura della notte, nello stesso momento in cui un forte odore di sangue s’insinuò nelle sue narici. Riconobbe l’aura del Lycan che aveva difeso Kyoko dall’idiota che la infastidiva, per poi lasciarla da sola, in pericolo.
Non volendo ferire la ragazza nel caso in cui avesse bisogno di combattere, Kyou la adagiò a terra e seguì l’odore di sangue, che proveniva proprio da dietro l’angolo. Se il lupo stava massacrando un essere umano, la ragazza non sarebbe stata al sicuro con lui. Era risaputo che alcuni lupi mannari perdono la testa quando la rabbia filtra nelle loro vene, e lui non avrebbe permesso che Kyoko fosse protetta da una creatura così pericolosa.
Svoltando l’angolo in silenzio, si trovò davanti una scena che non vedeva da secoli. Il lupo, ancora in forma umana, stava ringhiando con i canini in mostra. I suoi occhi blu s’illuminarono mentre fissava quello che sembrava essere un corpo tra le sue braccia.
*****
Toya si fermò accanto alla porta. Annusando, si voltò di scatto e si diresse nella direzione opposta. Sentiva il suo odore... anche se non riusciva a capire come fosse possibile. Mentre correva verso il vicolo a sinistra dell’edificio, la sua mente fu pervasa da pensieri negativi e il suo cuore iniziò a battere forte.
Ragazze scomparse e vicoli bui... se Kyoko avesse avuto anche un solo capello fuori posto...
Nel buio, Toya si fermò di colpo mentre la paura gli bloccava il respiro. Lì, sdraiata contro un muro sporco... c’era Kyoko. La stessa paura che lo aveva bloccato lo spinse a muoversi e, in un istante, la raggiunse.
Inginocchiandosi, controllò il battito cardiaco e, non appena le toccò il collo, il proprio cuore prese a battere al ritmo del suo. Grazie a Dio era viva. Provò un senso di déjà-vu indesiderato e scacciò subito il pensiero. Sentendo gli altri avvicinarsi, la prese in braccio e la portò in salvo. Stringendola, usò la sua innaturale velocità per uscire dal buio.
*****
Kotaro sbatté Yohji contro il muro mentre aspettava che la sua sete di sangue si placasse. Continuare a punirlo non ne valeva più la pena, considerando che il ragazzo era svenuto di nuovo. Sentendo delle vibrazioni nell’aria, lo lasciò cadere in modo non proprio gentile.
Alzò la testa di scatto e restrinse lo sguardo.
Kyou vide il lupo lasciar cadere il ragazzo a terra senza ucciderlo. Riconobbe subito l’umano che aveva infastidito Kyoko. Cambiando opinione, emise un ringhio. Se fosse stato al suo posto, quel ragazzo non sarebbe rimasto intero.
Come se lo percepisse, il Lycan si voltò e lo guardò. Kyou sentiva l’immenso potere che emanava il lupo, era un avvertimento.
In passato, lupi e vampiri si erano sempre evitati. Senza preoccuparsi gli uni degli altri, avevano scelto di tenere le distanze. La loro forza era troppo simile e detestavano essere dominati. Abitavano nello stesso mondo ma vivevano la loro vita infinita ognuno per conto suo.
Vedendo il vampiro davanti a sé, l’istinto di Kotaro prese vita. Non riusciva a vederlo abbastanza da distinguere i suoi lineamenti, ma sapeva che quel succhiasangue era una minaccia. Doveva ancora placare la propria sete di sangue perciò si preparò, pensando che si trattasse di un servitore di Hyakuhei.
Proprio mentre stava per attaccarlo, la figura divenne più nitida, per poi svanire. «Occhi dorati...» sussurrò, rendendosi conto che aveva quasi aggredito Kyou. «Che ci fa qui? Dannazione!» esclamò, poi corse via, temendo che Kyoko non fosse rimasta dove l’aveva lasciata. Doveva raggiungerla subito... stasera c’erano i succhiasangue in giro e lei non sarebbe stata una delle loro vittime. E, con Kyou nei paraggi, chissà come sarebbe finita la situazione.
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