Volodyk - Paolini1-Eragon.doc
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«Ancora domande!» esclamò Brom. «Per un momento ho sperato che avessi finito. Ma hai ragione a chiedermelo. Quando hai colpito gli Urgali, hai detto qualcosa?»
«Sì. Brisingr.» Il fuoco avvampò, ed Eragon rabbrividì. C'era qualcosa in quella parola che lo faceva sentire incredibilmente vivo.
«Lo supponevo. Brisingr è una parola che appartiene a un'antica lingua che usavano tutti gli esseri viventi. Tuttavia col tempo è stata dimenticata, e per eoni nessuno l'ha più udita in Alagaè'sia, finché gli elfi non l'hanno portata di nuovo, venendo dal mare. La insegnarono alle altre razze, che la usarono per fare cose straordinarie. Questa lingua ha un nome per ogni cosa, se sai trovarlo.» «Ma che cosa c'entra con la magia?» lo interruppe Eragon.
«Tutto! È la base del potere. La lingua descrive la vera natura delle cose, non gli aspetti superficiali, quello che tutti vedono. Per esempio, fuoco si brisingr per far fare al fuoco ciò che vuoi. Ed è quello che è successo oggi.»
Eragon tacque per un istante. «Perché il fuoco era azzurro? Come mai ha fatto proprio quello che volevo, anche se ho soltanto detto fuoco? »
«Il colore varia da persona a persona. Dipende da chi pronuncia la parola. E per quanto riguarda la ragione per cui il fuoco ha fatto ciò che volevi, è una questione più pratica. Quasi tutti i principianti devono sillabare esattamente Ciò che vogliono che accada. via via che acquisiscono esperienza, questo non è più necessario. Un vero maestro potrebbe dire semplicemente acqua e creare qualcosa di molto diverso, come una gemma. Tu non saresti in grado di dire come ha fatto, ma il maestro ha visto il collegamento tra acqua e la gemma, e l’ha usato come punto focale per il suo potere. La pratica è un’arte più raffinata di qualsiasi altra cosa. Quello che hai fatto era estremamente difficile.»
Saphira interruppe i pensieri di Eragon. Brom è un mago! Ecco come ha fatto ad accendere il fuoco nelle pianure. Non solo conosce la magia; sa usarla!
Eragon sgranò gli occhi. Hai ragione!
Chiedigli del suo potere, ma attento a quello che dici. Non è saggio scherzare con coloro che possiedono queste capacità. Se è un mago o uno stregone, chissà quali potrebbero essere i motivi che lo hanno spinto a venire a vivere a Carvahall!
Eragon disse, prudente:«Saphira e io ci siamo appena resi conto di una cosa. Tu sai usare la magia, non è vero? Ecco come hai fatto ad accendere il fuoco il primo giorno nelle pianure.» Brom chinò appena il capo. «Diciamo che seono un discreto esperto.»
«Allora perché non hai usato la magia per combattere gli Urgali? Anzi, potrei citare diverse occasioni in cui sarebbe stata utile... avresti potuto difenderci dalla tempesta e impedire che la polvere ci finisse negli occhi, per esempio.»
Dopo aver riempito ancora la pipa. Brom disse: «Per alcune semplici ragioni. Innanzitutto, non sono un Cavaliere, il che significa che persino nei tuoi momenti di maggiore debolezza tu sei più forte di me. E poi ho superato da molto il periodo della giovinezza; non sono più gagliardo come un tempo. Ogni volta che uso la magia, diventa più difficile.»
Eragon abbassò gli occhi, vergognandosi. «Mi dispiace.»
«Non occorre» disse Brom, spostando il braccio. «Succede a tutti.»
«Dove hai imparato a usare la magia?»
«Questa è una cosa che terrò per me... Ti basti sapere che imparai in una remota regione, da un maestro straordinario. Almeno potrò tramandare le sue lezioni.» Brom vuotò la pipa su un piccolo masso. «So che hai altre domande, e io risponderò, ma dovrai aspettare fino a domattina.» Si protese verso il ragazzo, gli occhi scintillanti. «Intanto ti dirò questo, per scoraggiare eventuali esperimenti: la magia ti sottrae energia come se usassi le braccia e la schiena per compierla. Ecco perché ti sei sentito stanco dopo aver ucciso gli Urgali. E perché mi sono infuriato. Hai corso un terribile rischio. Se la magia avesse avuto bisogno di più energia di quanta ne conteneva il tuo corpo, ti avrebbe ucciso. Devi usare la magia soltanto per quelle imprese che non si possono compiere in modo normale.»
«Come si fa a sapere quanta energia richiede un incantesimo?» chiese Eragon, spaventato. Brom fece un gesto vago con la mano. «Di solito non si sa. Per questo motivo i maghi devono conoscere a fondo i propri limiti, e anche in quel caso vanno sempre cauti. Una volta che decidi di sprigionare la magia per un determinato scopo, non puoi richiamarla indietro, anche se capisci che ti ucciderà. Questo è un ammonimento: non provare a fare niente finché non ne saprai di più, E per stasera è tutto.»
Mentre srotolavano le coperte. Saphira commentò soddisfatta: Stiamo diventando più potenti, Eragon, tutti e due. Ben presto nessuno potrà più sbarrarci la strada .
Già, ma quale strada dobbiamo scegliere?
Quella che ci pare , rispose lei, e si accoccolò per la notte.
LA MAGIA È SEMPLICE
P
erché credi che quei due Urgali fossero rimasti a Yazuac?» chiese Eragon, dopo che ebbero ripreso il cammino. «Non me lo spiego.»
«Immagino che abbiano disertato il gruppo per saccheggiare la città. Ma la cosa strana è che
per quanto ne so gli Urgali si sono riuniti in forze soltanto due o tre volte nella storia. Il fatto che'adesso lo stiano facendo di nuovo è a dir poco inquietante.»
«Credi che ci siano i Ra'zac all'origine dell'attacco?»
«Non lo so. La cosa migliore che possiamo fare è continuare ad allontanarci da Yazuac il più in fretta possibile. Per giunta, questa è la direzione presa dai Ra'zac: verso sud.»
Eragon assentì. «Però abbiamo ancora bisogno di rifornimenti. C'è un'altra città o un villaggio vicino?»
Brom scosse il capo. «No, ma Saphira può cacciare per noi, se dobbiamo sopravvivere mangiando solo carne. Questa striscia d'alberi ti può sembrare piccola, ma è piena di animali. Il fiume è l'unica fonte d'acqua nel raggio di parecchie miglia, e così gran parte degli animali delle pianure vengono qui ad abbeverarsi. Non moriremo di fame.»
Eragon tacque, soddisfatto dalla risposta di Brom. Mentre cavalcavano, uccelli ciarlieri volavano intorno a loro e il fiume mormorava placido. Era un luogo rumoroso, pieno di vita ed energia, Eragon chiese: «Come ha fatto quell'Urgali a sorprenderti? È successo tutto così in fretta che non ho visto.»
«Un colpo di sfortuna» borbottò Brom. «Ero in vantaggio su di lui, così ha dato un calcio a Fiammabianca. Quello stupido cavallo si è impennato e mi ha fatto perdere l'equilibrio. Così l'Urgali ha potuto colpirmi con l'ascia.» Si grattò il mento. «Immagino che tu non abbia ancora esaurito la tua scorta di domande sulla magia. Il fatto che tu l'abbia scoperta ci pone di fronte a un problema spinoso. Pochi lo sanno, ma ogni Cavaliere poteva usare la magia, anche se a diversi livelli. Essi tennero segreta questa loro capacità, anche al culmine del loro potere, perché dava loro un vantaggio sui nemici. Se tutti l'avessero saputo, trattare con la gente comune sarebbe stato difficile. Molti pensano che i poteri magici del re derivino dal fatto che è un mago, o uno stregone. Non è vero; è perché è un Cavaliere.»
«Che differenza fa? Il fatto che io abbia usato la magia non mi rende automaticamente uno stregone?»
«Nient'affatto! Uno stregone, come uno Spettro, usa gli spiriti per realizzare il proprio volere. Ed è una cosa completamente diversa dal tuo potere. Né sei un illusionista, i cui poteri non hanno niente a che fare con gli spiriti o i draghi. Così come non sei un fattucchiere, che usa pozioni e incantesimi..
«Il che ci riporta al punto di partenza: il problema che hai posto. I giovani Cavalieri come te seguivano un rigido periodo di addestramento per irrobustire il corpo e rafforzare il controllo della mente. Questo periodo durava parecchi mesi, a volte addirittura anni, finché il Cavaliere non veniva giudicato abbastanza responsabile da poter usare la magia. Fino ad allora, nessun allievo sapeva di possedere quei poteri. Se uno di loro scopriva la magia per caso, veniva immediatamente allontanato dagli altri per ricevere un'istruzione privata. Era un caso molto raro» aggiunse, e fece un cenno verso Eragon. «anche se nessuno aveva mai subito le tue stesse pressioni.» «E come venivano addestrati a usare la magia, alla fine?» chiese Eragon. «Non vedo come si possa insegnare una cosa del genere. Se tu avessi tentato di spiegarmela un paio di giorni fa, non avrei capito niente.»
«Gli allievi venivano sottoposti a una serie di inutili esercizi ideati al solo scopo di frustrarli. Per esempio, ordinavano loro di spostare un cumulo di pietre usando soltanto i piedi, oppure di riempire d'acqua dei secchi bucati, o altre cose impossibili. Alla fine, si arrabbiavano abbastanza da usare la magia. La maggior parte delle volte funzionava.
«Il che significa» proseguì Brom «che ti troverai in svantaggio, dovessi mai incontrare un nemico che ha ricevuto questo tipo di addestramento. C'è ancora qualcuno in vita che è così vecchio: il re, tanto per cominciare, e ovviamente gli elfi. Chiunque di loro potrebbe farti a pezzi con facilità.» «E allora che cosa posso fare?»
«Non è il momento per un'istruzione formale, ma possiamo fare qualcosa durante il viaggio» disse Brom. «Conosco diverse tecniche a cui potrai ricorrere per sviluppare forza e controllo, ma non puoi conquistare la disciplina dei Cavalieri dal giorno alla notte. Tu» scoccò a Eragon uno sguardo divertito «dovrai seguire un corso lampo. Sarà dura al principio, ma la ricompensa sarà enorme. Ti farà piacere sapere che nessun Cavaliere della tua età ha mai usato la magia come hai fatto tu ieri con quei due Urgali.»
Eragon sorrise, lusingato. «Grazie. Questa lingua di cui parli ha un nome?»
Brom rise. «Certo, ma nessuno lo conosce. Sarebbe una parola di un potere incredibile, qualcosa che ti permetterebbe di controllare la lingua e coloro che la usano. Da tempo immemorabile la gente lo cerca, ma nessuno l'ha mai scoperto.»
«Ancora non capisco come funziona la magia» disse Eragon. «Come faccio a usarla?» Brom aggrottò la fronte, stupito. «Non è chiaro?»
«No.»
Il vecchio trasse un profondo respiro e disse: «Per adoperare la magia, devi possedere un certo potere innato, che di questi tempi è molto raro nelle persone. Devi anche essere in grado di evocare questo potere con la volontà. Una volta evocato, devi usarlo o lasciarlo dissolvere. Capito? Ora, se desideri usare il potere, devi pronunciare la parola o la frase dell'antica lingua che descrive le tue intenzioni. Per esempio, se ieri non avessi detto brisingr, non sarebbe successo niente.» «Perciò sono limitato dalla mia conoscenza di questa lingua?» .
«Proprio così» esclamò Brom. «E sappi che nell'usarla è impossibile mentire.»
Eragon scosse il capo. «Non può essere. La gente mente sempre. I suoni dell'antica lingua non possono impedire a nessuno di farlo.»
Brom inarcò un sopracciglio e disse: «Fethrblaka, eka weohnata néiat haina ono. Blaka eom iet lam.» All'improvviso un uccello volò da uh ramo e atterrò sulla sua mano. Cinguettò allegramente e guardò entrambi con i suoi occhietti rotondi. Dopo un istante Brom disse «Eitha» e l'uccello volò via.
«Come ci sei riuscito?» disse Eragon, colmo di meraviglia.
«Ho promesso di non fargli del male. Forse non conosceva di preciso le mie intenzioni, ma nella lingua del potere, il significato delle mie parole era evidente. L'uccello si è fidato di me perché sa quello che sanno tutti gli animali, ossia che coloro che usano questa lingua sono vincolati alla parola data.»
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