Array Карло Коллоди - Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino

Тут можно читать онлайн Array Карло Коллоди - Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino - бесплатно ознакомительный отрывок. Жанр: foreign_language, издательство Литагент АСТ, год 2015. Здесь Вы можете читать ознакомительный отрывок из книги онлайн без регистрации и SMS на сайте лучшей интернет библиотеки ЛибКинг или прочесть краткое содержание (суть), предисловие и аннотацию. Так же сможете купить и скачать торрент в электронном формате fb2, найти и слушать аудиокнигу на русском языке или узнать сколько частей в серии и всего страниц в публикации. Читателям доступно смотреть обложку, картинки, описание и отзывы (комментарии) о произведении.
  • Название:
    Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino
  • Автор:
  • Жанр:
  • Издательство:
    Литагент АСТ
  • Год:
    2015
  • Город:
    Москва
  • ISBN:
    978-5-17-088909-9
  • Рейтинг:
    4/5. Голосов: 11
  • Избранное:
    Добавить в избранное
  • Отзывы:
  • Ваша оценка:
    • 80
    • 1
    • 2
    • 3
    • 4
    • 5

Array Карло Коллоди - Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino краткое содержание

Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino - описание и краткое содержание, автор Array Карло Коллоди, читайте бесплатно онлайн на сайте электронной библиотеки LibKing.Ru
В книгу вошел сокращенный и упрощенный текст знаменитой сказки Карло Коллоди (1826–1890) «Приключения Пиноккио», повествующей об удивительных приключениях деревянного мальчика. Текст сказки сопровождается комментариями и упражнениями на понимание прочитанного, в конце книги расположен словарь, облегчающий чтение.
Книга может быть рекомендована всем, кто продолжает изучать итальянский язык (уровень 2 – для продолжающих нижней ступени).

Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino - читать онлайн бесплатно ознакомительный отрывок

Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino - читать книгу онлайн бесплатно (ознакомительный отрывок), автор Array Карло Коллоди
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

– Ti riconobbi anch’io – disse Geppetto – e sarei volentieri tornato alla spiaggia: ma come fare? Il mare era grosso e un cavallone rovesciò la barchetta. Allora un orribile Pescecane che era lì vicino, appena che m’ebbe visto nell’acqua corse subito verso di me, e tirata fuori la lingua e m’inghiottì.

– E quant’è che siete chiuso qui dentro? – domandò Pinocchio.

– Da quel giorno in poi, saranno oramai due anni: due anni, Pinocchio mio, che mi son parsi due secoli!

– E come avete fatto a campare? E dove avete trovata la candela?

– Ora ti racconterò tutto. Devi dunque sapere che quella medesima burrasca, che rovesciò la mia barchetta, fece anche affondare un bastimento mercantile. I marinai si salvarono tutti, ma il bastimento calò a fondo e il solito Pescecane che quel giorno aveva un appetito eccellente, dopo avere inghiottito me, inghiottì anche il bastimento…

– Come? Lo inghiottì tutto in un boccone?… – domandò Pinocchio.

– Tutto in un boccone: e risputò solamente l’albero maestro [134], perché gli era rimasto fra i denti come una lisca. Per mia gran fortuna, quel bastimento era carico non solo di carne conservata in cassette di stagno, ma di biscotto, di bottiglie di vino, d’uva secca, di caffè, di zucchero, di candele e di scatole di fiammiferi di cera. Con tutta questa grazia di Dio ho potuto campare due anni: ma oggi sono agli ultimi sgoccioli: oggi non c’è più nulla, e questa candela, che vedi accesa, è l’ultima candela che mi sia rimasta…

– E dopo?…

– E dopo, caro mio, rimarremo tutt’e due al buio.

– Allora, babbino mio – disse Pinocchio – non c’è tempo da perdere. Bisogna pensar subito a fuggire…

– A fuggire?… e come?

– Scappando dalla bocca del Pesccane e gettandosi a nuoto in mare.

– Tu parli bene: ma io non so nuotare.

– E che importa?… Voi mi monterete a cavalluccio sulle spalle e io, che sono un buon nuotatore, vi porterò sano e salvo fino alla spiaggia.

– Illusioni, ragazzo mio! – replicò Geppetto. – Ti par egli possibile che un burattino, alto appena un metro, come sei tu, possa aver tanta forza da portarmi a nuoto sulle spalle?

– Provatevi e vedrete!

E senza dir altro, Pinocchio prese in mano la candela, e andando avanti per far lume, disse al suo babbo:

– Venite dietro a me, e non abbiate paura.

E così camminarono, e traversarono tutto il corpo e tutto lo stomaco del Pescecane. Ma giunti al punto dove cominciava la spaziosa gola del mostro, pensarono bene di fermarsi per dare un’occhiata e cogliere il momento opportuno alla fuga.

Ora bisogna sapere che il Pescecane, essendo molto vecchio e soffrendo d’asma e di palpitazione di cuore, era costretto a dormire a bocca aperta: per cui Pinocchio, affacciandosi al principio della gola e guardando in su, potè vedere al di fuori di quell’enorme bocca spalancata un bel pezzo di cielo stellato e un bellissimo lume di luna.

– Questo è il vero momento di scappare – bisbigliò allora voltandosi al suo babbo. – Il Pescecane dorme come un ghiro: il mare è tranquillo. Venite dunque, babbino, dietro a me, e fra poco saremo salvi.

Detto fatto, salirono su per la gola del mostro marino, e arrivati in quell’immensa bocca, cominciarono a camminare in punta di piedi sulla lingua. E già stavano per fare il gran salto e per gettarsi a nuoto nel mare, quando il Pescecane starnutì, e nello starnutire, dette uno scossone così violento, che Pinocchio e Geppetto si trovarono rimbalzati all’indietro e scaraventati novamente in fondo allo stomaco del mostro.

Nel grand’urto della caduta la candela si spense, e padre e figliolo rimasero al buio.

– E ora?… – domandò Pinocchio facendosi serio.

– Ora, ragazzo mio, siamo perduti.

– Perché perduti? Datemi la mano, babbino!

– Dove mi conduci?

– Dobbiamo ritentare la fuga.

Ciò detto, Pinocchio prese il suo babbo per la mano: e camminando sempre in punta di piedi, risalirono insieme su per la gola del mostro: poi traversarono tutta la lingua e scavalcarono i tre filari di denti.

Prima però di fare il gran salto, il burattino disse al suo babbo:

– Montatemi a cavalluccio sulle spalle e abbracciatemi forte forte. Al resto ci penso io.

Appena Geppetto si fu accomodato sulle spalle del figliolo, il bravo Pinocchio si gettò nell’acqua e cominciò a nuotare. Il mare era tranquillo come un olio: la luna splendeva in tutto il suo chiarore e il Pescecane seguitava a dormire di un sonno così profondo, che non l’avrebbe svegliato nemmeno una cannonata.

36. Finalmente Pinocchio cessa d’essere un burattino e diventa un ragazzo

Mentre Pinocchio nuotava per raggiungere la spiaggia, si accorse che il suo babbo tremava fitto fitto, come se al pover’uomo gli battesse la febbre.

Tremava di freddo o di paura? Chi lo sa?… Forse un po’ dell’uno e un po’ dell’altra. Ma Pinocchio, credendo che quel tremito fosse di paura, gli disse per confortarlo:

– Coraggio, babbo! Fra pochi minuti arriveremo a terra e saremo salvi.

– Ma dov’è questa spiaggia benedetta? – domandò il vecchietto. – Eccomi qui, che guardo da tutte le parti e non vedo altro che cielo e mare.

– Ma io vedo anche la spiaggia – disse il burattino. – Per vostra regola io sono come i gatti: ci vedo meglio di notte che di giorno.

Il povero Pinocchio faceva finta di esser di buon umore: ma invece… invece cominciava a scoraggiarsi: le forze gli scemavano, il suo respiro diventava grosso e affannoso… insomma non ne poteva più, e la spiaggia era sempre lontana.

Nuotò finché ebbe fiato: poi si voltò col capo verso Geppetto, e disse con parole interrotte:

– Babbo mio… aiutatevi… perché io muoio!..

E padre e figliolo erano oramai sul punto di affogare, quando udirono una voce di chitarra scordata che disse:

– Chi è che muore?

– Sono io e il mio povero babbo!

– Questa voce la riconosco! Tu sei Pinocchio!..

– Preciso: e tu?

– Io sono il Tonno, il tuo compagno di prigionia in corpo al Pescecane.

– E come hai fatto a scappare?

– Ho imitato il tuo esempio. Tu sei quello che mi hai insegnato la strada, e dopo te, sono fuggito anch’io.

– Tonno mio, tu capiti proprio a tempo! Ti prego per l’amore che porti ai Tonnini tuoi figlioli: aiutaci, o siamo perduti.

– Volentieri e con tutto il cuore. Attaccatevi tutti e due alla mia coda, e lasciatevi guidare. In quattro minuti vi condurrò alla riva.

Geppetto e Pinocchio accettarono subito l’invito: ma invece di attaccarsi alla coda, giudicarono più comodo di mettersi addirittura a sedere sulla groppa del Tonno.

– Siamo troppo pesi? – gli domandò Pinocchio.

– Pesi? Neanche per ombra. – rispose il Tonno.

Giunti alla riva, Pinocchio saltò a terra il primo, per aiutare il suo babbo a fare altrettanto: poi si voltò al Tonno, e con voce commossa gli disse:

– Amico mio, tu hai salvato il mio babbo! Dunque non ho parole per ringraziarti abbastanza! Permetti almeno che ti dia un bacio, in segno di riconoscenza eterna!..

Il Tonno cacciò il muso fuori dell’acqua, e Pinocchio gli posò un bacio sulla bocca. A questo tratto di spontanea e vivissima tenerezza, il povero Tonno, che non c’era avvezzo, si sentì talmente commosso, che vergognandosi a farsi veder piangere come un bambino, ricacciò il capo sott’acqua e sparì.

Allora Pinocchio, offrendo il suo braccio a Geppetto, che aveva appena il fiato di reggersi in piedi, gli disse:

– Appoggiatevi pure al mio braccio, caro babbino, e andiamo. Cammineremo pian pianino come le formicole, e quando saremo stanchi, ci riposeremo lungo la via.

– E dove dobbiamo andare? – domandò Geppetto.

– In cerca di una casa, dove ci diano per carità un boccon di pane e un po’ di paglia che ci serva da letto.

Non avevano ancora fatti cento passi, che videro seduti sul ciglione della strada due brutti ceffi, i quali stavano lì in atto di chiedere l’elemosina.

Erano il Gatto e la Volpe: ma non si riconoscevano più da quelli d’una volta. Figuratevi che il Gatto, a furia di fingersi cieco, aveva finito coll’accecare davvero: e la Volpe invecchiata, non aveva più nemmeno la coda. Quella trista ladracchiola, caduta nella più squallida miseria, si trovò costretta un bel giorno a vendere perfino la sua bellissima coda a un merciaio ambulante.

– O Pinocchio – gridò la Volpe – fai un po’ di carità a questi due poveri infermi.

– Infermi! – ripetè il Gatto.

– Addio, mascherine! – rispose il burattino. – Mi avete ingannato una volta, e ora non mi ripigliate più.

– Credilo, Pinocchio, che oggi siamo poveri e disgraziati davvero!

– Davvero! – ripetè il Gatto.

– Se siete poveri, ve lo meritate. Ricordatevi del proverbio che dice: “I quattrini rubati non fanno mai frutto”. Addio, mascherine!

– Abbi compassione di noi!..

– Di noi!

– Addio, mascherine! Ricordatevi del proverbio che dice: “La farina del diavolo va tutta in crusca”.

– Non ci abbandonare!

– …are! – ripetè il Gatto.

– Addio, mascherine! Ricordatevi del proverbio che dice: “Chi ruba il mantello al suo prossimo, per il solito muore senza camicia”.

E così dicendo, Pinocchio e Geppetto seguitarono per la loro strada: finché, fatti altri cento passi, videro in fondo a una viottola, in mezzo ai campi, una bella capanna tutta di paglia, e col tetto coperto d’embrici e di mattoni.

– Quella capanna dev’essere abitata da qualcuno – disse Pinocchio. – Andiamo là, e bussiamo.

Difatti andarono, e bussarono alla porta.

– Chi è? – disse una vocina di dentro.

– Siamo un povero babbo e un povero figliolo, senza pane e senza tetto – rispose il burattino.

– Girate la chiave, e la porta si aprirà – disse la solita vocina.

Pinocchio girò la chiave, e la porta si aprì. Appena entrati dentro, guardarono di qua, guardarono di là, e non videro nessuno.

– O il padrone della capanna dov’è? – disse Pinocchio meravigliato.

– Eccomi quassù!

Babbo e figliolo si voltarono subito verso il soffitto, e videro sopra un travicello il Grillo-parlante.

– Oh! mio caro Grillino – disse Pinocchio salutandolo garbatamente.

– Ora mi chiami il “Tuo caro Grillino”, non è vero? Ma ti rammenti di quando, per cacciarmi di casa tua, mi tirasti un manico di martello?…

– Hai ragione, Grillino! Scaccia anche me… tira anche a me un manico di martello: ma abbi pietà del mio povero babbo…

– Io avrò pietà del babbo e anche del figliolo: ma ho voluto rammentarti il brutto garbo ricevuto, per insegnarti che in questo mondo, quando si può, bisogna mostrarsi cortesi con tutti, se vogliamo esser ricambiati con pari cortesia nei giorni del bisogno.

– Hai ragione, Grillino, e io terrò a mente la lezione che mi hai data. Ma mi dici come hai fatto a comprarti questa bella capanna?

– Questa capanna mi è stata regalata ieri da una graziosa capra, che aveva la lana d’un bellissimo colore turchino.

– E la capra dov’è andata? – domandò Pinocchio, con vivissima curiosità.

– Non lo so.

– E quando ritornerà?…

– Non ritornerà mai. Ieri è partita tutta afflitta, e, belando, pareva che dicesse: “Povero Pinocchio… oramai non lo rivedrò più… il Pescecane a quest’ora l’avrà divorato!..”

– Ha detto proprio così?… Dunque era lei!.. era lei!.. era la mia cara Fatina!.. – cominciò a urlare Pinocchio, piangendo.

Quand’ebbe pianto ben bene, si rasciugò gli occhi e, preparato un buon lettino di paglia, vi distese sopra il vecchio Geppetto. Poi domandò al Grillo-parlante:

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать


Array Карло Коллоди читать все книги автора по порядку

Array Карло Коллоди - все книги автора в одном месте читать по порядку полные версии на сайте онлайн библиотеки LibKing.




Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino отзывы


Отзывы читателей о книге Приключения Пиноккио / Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, автор: Array Карло Коллоди. Читайте комментарии и мнения людей о произведении.


Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв или расскажите друзьям

Напишите свой комментарий
x