Алёна Полякова - Рассказы облегчённого чтения (А2-В1)
- Название:Рассказы облегчённого чтения (А2-В1)
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- Жанр:
- Издательство:неизвестно
- Год:2020
- ISBN:978-5-532-03608-6
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Vanessa aveva annuito, ma era preoccupata. L’unica volta che aveva mangiato cibo etnico era stato al ristorante indiano quando si trovava a Roma. Nonostante l’entusiasmo degli amici per il cibo, per lei era decisamente troppo speziato. Pensava: “Ma non è molto più buona una carbonara? O una pasta al sugo?” Tuttavia, per far felice la sua amica Maria avrebbe accettato questa volta ad andare al ristorante cinese.
Dopo aver pagato, andarono al ristorante.
“Un tavolo per due”, chiesero al cameriere all’entrata.
C’era odore di fritto e salsa di soia. Appena si accomodarono, il cameriere gli portò i menù.
“Cosa vi porto da bere?” aveva chiesto.
Ordinarono acqua gassata. Vanessa aprì il menù, ma poco dopo lo richiuse e decise di affidarsi ai consigli dell’amica. Maria andava lì ogni mese e sapeva quali erano i piatti più buoni.
“Siete pronte per chiedere?” chiese il cameriere con il blocchetto in mano.
“Sì, vorremmo due involtini primavera, una porzione di spaghetti di soia, una di spaghetti di riso…” Maria aveva ordinato vari piatti così che l’amica potesse assaggiare più cose.
Vanessa intanto, ancora un po’ scettica, si allenava ad usare le bacchette. Poi, rassegnata, decise che avrebbe usato le normali posate. Dopo aver ordinato iniziarono a chiacchierare e dopo qualche minuto arrivarono i piatti. Vanessa assaggiò l’involtino e, con sorpresa, le piacque. Assaggiò poi anche i due diversi tipi di spaghetti e decise che quelli di riso le piacevano di più.
L’acqua era finita nel frattempo.
“Scusi, potrei avere un’altra bottiglia d’acqua?” chiese al cameriere che era passato per chiedere se andasse tutto bene.
Le due mangiavano con gusto, e Maria era felicissima che Vanessa avesse approvato la sua scelta. Parlando e mangiando, le due erano sazie.
Chiesero il conto perché Maria il giorno dopo aveva un esame.
“Scusi posso avere il conto e anche due biscotti della fortuna?” Il cameriere annuì.
Le amiche avevano deciso di dividere il conto in due. Poi avevano aperto i biscotti della fortuna.
“Dovrai affrontare una prova da cui uscirai con successo”, recitava il biglietto di Maria.
Lei sorrise e lo interpretò come un buon segno per il suo esame.
“Una persona vicino a te allargherà i tuoi orizzonti”, diceva invece il biglietto di Vanessa.
Le due risero perché Vanessa quella sera aveva scoperto un’altra cultura gastronomica grazie all’amica!
Словарь
Migliori amiche – лучшие подруги
Pasta al sugo – паста с мясным соусом
Caffè – кофе
Tavolo – стол
Ristorante – ресторан
Fritto – жареный в масле
Ristoranti etnici – рестораны с этнической кухней
Salsa di soia – соевый соус
Sapori – вкусы
Menù – меню
Profumi – запахи
Acqua gassata – газированная вода
Cucina italiana – итальянская кухня
Consigli – советы, рекомендации
Piatti tradizionali – традиционные блюда
Porzione – порция
Estero – за границей
Spaghetti di soia – соевые макароны
Amici – друзья
Spaghetti di riso – рисовые макароны
Aperitivo – аперитив
Bacchette – китайские палочки для еды
Birra – пиво
Posate – столовые приборы
Ciotola – мисочка
Chiacchierare – болтать (разговаривать)
Patatine – чипсы
Acqua – вода
Olive – оливки
Mangiando – во время еды
Stuzzichini – лёгкие закуски
Sazie – сыты
Pizza – пицца
Biscotto della fortuna – печенье с предсказаниями
Вопросы
1. Quali ristoranti ama Maria?
a. I ristoranti etnici
b. I ristoranti italiani
c. I ristoranti francesi
2. Qual è la cucina preferita di Vanessa?
a. La cucina italiana
b. La cucina francese
c. La cucina vegetariana
3. Cosa hanno preso da bere le due amiche al ristorante?
a. Acqua gassata
b. Acqua naturale
c. Vino
4. Chi ha pagato il conto?
a. Ha pagato Maria
b. Ha pagato Vanessa
c. Hanno diviso il conto e hanno pagato tutti e due
5. Cosa ordinano alla fine?
a. Un’altra porzione di spaghetti
b. Degli involtini
c. Un biscotto della fortuna
4. Gelato e altri dolci
Sono le cinque di una domenica mattina e la città di Napoli è immersa nel silenzio: tutti i cittadini dormono ancora e le strade sono vuote e buie.
In un vicolo a pochi passi dalla piazza, però, camminano due persone: sono Salvatore e suo nipote Ciro e sono diretti nella pasticceria di Salvatore. Ciro ha 15 anni e studia alla scuola alberghiera. Vuole diventare un bravo pasticcere come suo zio e per questo nei fine settimana si sveglia prima dell’alba e lo segue nella sua pasticceria.
L’apprendimento sul campo è un elemento fondamentale per diventare un bravo cuoco e Ciro lo fa molto volentieri. Salvatore è contento perché Ciro ha talento e lo rende orgoglioso, ma anche perché in questo modo ha qualcuno che lo aiuta in cucina.
I pasticceri, come i fornai, si recano a lavoro molto presto perché devono preparare la maggior parte delle cibarie prima delle sette di mattina, che è l’orario in cui i clienti cominciano ad affollare bar e affini per la colazione. Una pasticceria di successo vende solo dolci freschi di giornata, perciò ogni mattina i pasticceri devono preparare paste, creme, torte e crostate
Salvatore alza la saracinesca del laboratorio e apre la porta con le chiavi. Il laboratorio è la stanza in cui il pasticcere cucina ed è solitamente adiacente al negozio vero e proprio, in cui uno o più commessi si occupano di servire i clienti.
Lui e Ciro entrano e riabbassano la saracinesca, così possono lavorare indisturbati. Salvatore accende le luci e mette a scaldare i forni. Zio e nipote si sfilano i cappotti, si lavano le mani e indossano grembiule, guanti e cappelli. L’igiene è molto importante quando si lavora nell’ambito alimentare e ci sono delle norme da rispettare, come quella di legarsi e coprirsi i capelli quando si cucina.
Oggi Salvatore vuole insegnare a Ciro come si prepara il gelato. La sua pasticceria infatti vanta anche un ottimo reparto gelateria e la domenica è il giorno in cui si vendono più dolci.
Salvatore ha un ricettario molto vecchio che usa sempre quando lavora con Ciro. Lui ormai conosce ogni ricetta a memoria e non ha bisogno di controllare dosi né tempi perché svolge questo lavoro da parecchi anni. Ciro, invece, ha bisogno di dare qualche sbirciatina qua e là per essere sicuro di non sbagliare
“Allora, Ciro, oggi prepariamo il gelato”, dice Salvatore. Apre il frigorifero ed estrae gli ingredienti per preparare la base: “Ovviamente l’ingrediente base del gelato è il latte, che fornisce le proteine, una parte dei grassi e un po’ di zuccheri. La panna serve ad integrare i grassi mancanti e i magri del latte, ovvero il latte in polvere e le sue proteine, integrano le proteine mancanti.”
“Ma se si tratta di un dolce, perché è necessario integrare grassi e proteine?” domanda Ciro.
“I grassi svolgono una funzione estetica”, risponde Salvatore: “Rendono il gelato più soffice e brillante, ma non ne alterano il sapore. Le proteine invece sono necessarie per assorbire l’acqua in eccesso. Il latte infatti contiene una grande percentuale di acqua. Quando l’impasto raggiunge la temperatura ottimale, sotto zero, l’acqua forma dei piccoli cristalli di ghiaccio che rischiano di rendere il gelato duro e annacquato. Le proteine aggiunte intrappolano le molecole d’acqua e formano una struttura solida ma morbida allo stesso tempo.”
Ciro è ammirato. “I mastri gelatieri sono proprio bravi nel loro lavoro! Questa non è solo gastronomia: è chimica.”
Salvatore annuisce. “E sai qual è l’ingrediente più importante per un buon gelato?” “Le uova?”
“No: le uova si usano soltanto nei gusti come crema, zabaione e tiramisù. L’ingrediente fondamentale è l’aria! Le particelle di aria all’interno del gelato lo rendono soffice, leggero e addirittura meno freddo. La quantità di aria incorporata nella struttura del gelato viene definita overrun. Pensaci: solitamente un liquido ha un volume maggiore di un solido. Ma se compri un gelato in vaschetta e lo lasci fuori dal frigorifero, quando si scioglie il suo volume diminuisce perché l’aria contenuta si libera.”
“Quante cose che sai, zio! Adesso però basta con la teoria: passiamo alla pratica”.
Salvatore fa spazio a Ciro davanti al tavolo di lavoro. Il ragazzo misura le giuste quantità di ingredienti da utilizzare e le versa all’interno della gelatiera, un macchinario dotato di spatole che mescolano lentamente ma con forza.
“Ben fatto” dice Salvatore, “Questa è la base di tutti i gusti di gelato. Più tardi dividiamo l’impasto in diverse ciotole e aggiungiamo gli ingredienti che danno il sapore: nocciole, cacao, pistacchi, frutta fresca…”
Ciro si lava le mani e torna al tavolo di lavoro. La pasticceria e la gelateria sono arti che richiedono tempo: mentre la gelatiera mescola gli ingredienti, loro possono preparare qualche altro dolce. “Che cosa facciamo adesso?”
“Adesso prepariamo le cialde per i coni: prendi olio di semi, zucchero, farina e albumi d’uovo”.
Zio e nipote preparano le cialde e le cuociono sull’apposita piastra, poi le lasciano raffreddare sul bancone. Salvatore fa un salto nel magazzino sul retro a prendere coppette e cucchiaini mentre Ciro monta la panna per i gelati. Dopodiché si concedono cinque minuti di pausa e poi tornano al lavoro.
“Oggi è domenica e molte famiglie pranzano insieme. In queste occasioni tendono a preferire paste classiche oppure torte tradizionali”, spiega Salvatore, “Qui a Napoli le più gettonate sono la torta caprese, la pastiera e la cassata napoletana. Le paste più richieste invece sono le sfogliatelle e i babà”.
“Aspetta, vediamo se mi ricordo gli ingredienti principali di ogni dolce” dice Ciro. “Dunque: la torta caprese contiene cioccolato e mandorle tritate. La pastiera si prepara soprattutto a Pasqua e le sua particolarità sono il grano cotto e l’acqua di fiori d’arancio. La cassata napoletana è una torta di pan di spagna ripiena di ricotta e canditi. Giusto?”
“Sì, tutto giusto. E le paste?”
“Le sfogliatelle sono di due tipi: ricce, che si preparano con la pasta sfoglia, e frolle, che si preparano con la pasta frolla. I babà esistono in diverse varianti, ma la più famosa è quella che prevede l’aggiunta di rum.”
“Bravissimo!” esclama Salvatore, “Sui dolci napoletani sei proprio ferrato. Ma quanto ne sai di quelli del resto dell’Italia?”
Ciro scrolla le spalle. “Conosco solo la pasta di mandorle, la cassata siciliana, i cannoli, i maritozzi con la panna e il tiramisù. Però non so da dove vengono.”
“I dolcetti a base di pasta di mandorle sono soprattutto pugliesi. La cassata siciliana viene ovviamente dalla Sicilia, come i cannoli ripieni di ricotta. I maritozzi con la panna sono originari di Roma e il tiramisù del nord Italia.”
“Quindi che cosa prepariamo oggi?”
Salvatore riflette per qualche secondo e poi dice: “Possiamo fare delle piccole porzioni di tiramisù. Ci servono tuorli d’uovo, zucchero, cacao, caffè, mascarpone e biscotti savoiardi.”
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