Volodyk - Paolini2-Eldest

Тут можно читать онлайн Volodyk - Paolini2-Eldest - бесплатно полную версию книги (целиком) без сокращений. Жанр: Прочая старинная литература. Здесь Вы можете читать полную версию (весь текст) онлайн без регистрации и SMS на сайте лучшей интернет библиотеки ЛибКинг или прочесть краткое содержание (суть), предисловие и аннотацию. Так же сможете купить и скачать торрент в электронном формате fb2, найти и слушать аудиокнигу на русском языке или узнать сколько частей в серии и всего страниц в публикации. Читателям доступно смотреть обложку, картинки, описание и отзывы (комментарии) о произведении.

Volodyk - Paolini2-Eldest краткое содержание

Paolini2-Eldest - описание и краткое содержание, автор Volodyk, читайте бесплатно онлайн на сайте электронной библиотеки LibKing.Ru

Paolini2-Eldest - читать онлайн бесплатно полную версию (весь текст целиком)

Paolini2-Eldest - читать книгу онлайн бесплатно, автор Volodyk
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Volarono in direzione sudovest dall'alba fino al primo pomeriggio, facendo frequenti soste per avvincenti duelli di allenamento fra Saphira e Glaedr, durante i quali Eragon doveva legarsi le braccia alle cinghie della sella per impedirsi di cadere a seguito delle evoluzioni acrobatiche. Poi si liberava tirando i nodi con i denti.

Il viaggio terminò presso una piccola catena montuosa composta da quattro vette che torreggiavano sulla foresta, le prime montagne che Eragon vedeva nella Du Welden-varden. Incappucciate di neve e spazzate dai venti, bucavano la coltre di nubi ed esponevano le pendici ricche di crepacci al sole, che a quell'altitudine non aveva calore. Sembrano così piccole, in confronto ai Beor, commentò Saphira.

Com'era diventata sua abitudine durante le settimane di meditazione, Eragon dilatò la mente in ogni direzione, sfiorando le coscienze intorno a sé in cerca di qualsiasi cosa che potesse nuocergli. Percepì una marmotta che si riscaldava nella sua tana, corvi, picchi e falchi, numerosi scoiattoli che scorrazzavano fra gli alberi e, più in basso, serpenti che strisciavano furtivi nel sottobosco in cerca di topi, ma soprattutto orde di onnipresenti insetti.

Quando Glaedr si posò su una cresta brulla della prima montagna, Saphira fu costretta ad aspettare che ripiegasse le enormi ali prima di avere spazio a sufficienza per atterrare. La zona ghiaiosa su cui sostavano risplendeva gialla di licheni compatti e crenulati. Su di loro incombeva una nera rupe a strapiombo, che faceva da argine a una cornice di ghiaccio azzurro che scricchiolava e si crepava nel vento, perdendo frammenti taglienti che si frantumavano sul granito sottostante.

Questo picco si chiama Fionula, dissa Glaedr. £ i suoi fratelli sono Ethrundr, Merogoven e Griminsmal. Ciascuno ha la propria leggenda, che vi narrerò durante il volo di ritorno. Ma per il momento vi parlerò dello scopo di questa escursione, ossia la natura del legame forgiato fra i draghi e gli elfi e, in seguito, gli umani. Entrambi ne sapete già qualcosa, e ho accennato a Saphira tutte le sue implicazioni, ma è giunta l'ora di apprendere il solenne e profondo significato del vostro rapporto, perché possiate mantenerlo quando Oromis e io non ci saremo più. «Maestro?» chiese Eragon, stringendosi il mantello intorno al corpo per ripararsi dal freddo.

Sì, Eragon.

«Perché Oromis non è venuto?»

Perché, brontolò Glaedr, è compito mio, come è sempre stato il compito di un drago anziano nei secoli scorsi, garantire che la nuova generazione di Cavalieri comprenda la vera importanza del ruolo che ha assunto. E perché Oromis non sta bene come sembra.

La ghiaia emise un crepitio smorzato quando Glaedr si accovacciò allungando la testa maestosa fra Eragon e Saphira. Li scrutò con un occhio dorato, grande e lucido come uno scudo rotondo, e due volte più splendente. Dalle sue narici si levò un grigio filo di fumo che il vento disperse. Parte di quanto sto per rivelarvi era di dominio pubblico fra gli elfi, i Cavalieri e gli umani eruditi, ma in prevalenza era noto soltanto al capo dei Cavalieri, a un pugno di elfi, al sovrano degli umani, e ovviamente ai draghi.

Ora ascoltate, miei allievi. Quando alla fine della nostra guerra fu fatta pace tra gli elfi e i draghi, furono creati i Cavalieri per garantire che un simile conflitto non avesse mai più a ripetersi fra le nostre razze. La regina Tarmunora degli elfi e il drago che era stato scelto a rappresentarci, il cui nome... Fece una pausa e trasmise una serie di immagini a Eragon: zanna lunga, zanna bianca, zanna scheggiata; battaglie vinte, battaglie perse; innumerevoli Shrrg e Nagra divorati; ventisette uova deposte e diciannove esemplari cresciuti fino a maturazione... non si può esprimere in nessuna lingua, decisero che un normale trattato non sarebbe stato sufficiente. Una carta firmata non significa niente per un drago. Il nostro sangue scorre denso e bollente e, trascorso abbastanza tempo, era inevitabile che ci saremmo di nuovo scontrati con gli elfi, come era successo con i nani nel corso dei millenni. Ma diversamente che con questi ultimi, né noi né gli elfi potevamo permetterci un'altra guerra. Eravamo entrambi troppo potenti, e ci saremmo distrutti a vicenda. L'unico modo per impedirlo e forgiare un accordo duraturo era legare le nostre due razze con la magia. Eragon rabbrividì e con una punta di divertimento Glaedr disse: Saphira, se fossi in te riscalderei una di quelle pietre con il fuoco del tuo ventre, perché il tuo Cavaliere non muoia assiderato.

Saphira inarcò il collo ed eruttò sul ghiaione una vampa azzurra dalle fauci socchiuse, bruciando il lichene che sprigionò un odore amarognolo. L'aria diventò così calda da costringere Eragon a voltarsi. Percepì gli insetti sotto le pietre che si contorcevano nell'inferno. Dopo un minuto, Saphira chiuse la bocca, lasciando un cerchio largo dieci palmi di ciottoli che rosseggiavano ardenti.

Grazie, disse Eragon, accovacciandosi accanto alle pietre incandescenti per riscaldarsi.

Ricorda, Saphira, di usare la lingua per dirigere la fiammata, l'ammonì Glaedr. Ora... i più grandi stregoni degli elfi impiegarono nove anni per elaborare l'incantesimo necessario. Quando alla fine ci riuscirono, gli elfi e i draghi si radunarono a Ilirea. Gli elfi fornirono la struttura dell'incantesimo, mentre i draghi ci misero la forza, e insieme fusero le anime degli elfi e dei draghi.

L'unione ci cambiò. Noi draghi acquistammo l'uso della favella e di altre insidie della civilizzazione, mentre gli elfi condivisero la nostra longevità, poiché fino a quel momento la loro vita durava quanto quella degli umani. In fondo furono gli elfi a subire le maggiori trasformazioni. La nostra magia, la magia dei draghi - che permea ogni fibra del nostro essere -fu trasmessa agli elfi e col tempo conferì loro quella forza e quella grazia a cui tanto ambivano. Gli umani non subirono un'influenza così potente, dato che foste aggiunti all'incantesimo quando era già in . attività, e non ebbe il tempo di operare su di voi come sugli elfi. Eppure, e qui l'occhio di Glaedr scintillò, esso ha comunque ingentilito la vostra razza trasformando i rozzi barbari che arrivarono per primi in Alagaèsia, anche se poi avete cominciato a regredire, dopo la caduta dei Cavalieri.

«I nani hanno mai fatto parte dell'incantesimo?» chiese Eragon.

No, ed è per questo che non c'è mai stato un nano Cavaliere. I nani non hanno simpatia per i draghi, e la cosa è reciproca, e trovavano ripugnante l'idea di unirsi a noi. Probabilmente è stata una fortuna che non siano entrati nel patto, perché sono sfuggiti al declino degli umani e degli elfi.

Declino, maestro? chiese Saphira, con quello che Eragon avrebbe giurato essere un tono ironico. Sì, declino. Se una delle nostre tre razze soffre, anche le altre ne subiscono le conseguenze. Sterminando i draghi, Galbatorix minò la sua stessa razza, come quella degli elfi. Voi due non ve ne siete ancora accorti, perché siete nuovi di Ellesméra, ma gli elfi sono al tramonto; i loro poteri non sono più quelli di una volta. E gli umani hanno perduto gran parte della loro cultura e sono consumati dal caos e dalla corruzione. Soltanto riportando l'equilibrio fra le nostre razze l'ordine tornerà nel mondo.

Il vecchio drago frantumò la ghiaia con gli artigli, riducendola in polvere per essere più comodo. Insito nell'incantesimo tutelato dalla regina Tarmunora c'era il meccanismo che consente a un cucciolo di essere legato al suo Cavaliere. Quando un drago decide di dare un uovo ai Cavalieri, si pronunciano certe parole sull'uovo, parole che vi insegnerò più tardi, tese a impedire all'uovo di schiudersi se non in presenza della persona a cui deciderà di legarsi. Dato che i draghi possono restare nell'uovo per un perìodo indefinito, il tempo non è un problema, né il cucciolo subisce alcun danno. Tu, Saphira, sei un esempio di tutto questo.

Il legame che si forma fra un Cavaliere e il drago non è altro che una versione perfezionata del legame che già esiste fra le nostre razze. L'umano o l'elfo diventa più forte e più bello, mentre alcuni tratti più feroci del drago vengono temperati da un aspetto più ragionevole... Vedo che ti urge una domanda, Eragon. Di' pure.

«È solo...» Esitò. «Mi risulta difficile immaginare te o Saphira ancora più feroci.» Poi aggiunse con una punta d'ansia: «Non che sia un male.»

Il suolo tremò come scosso da una frana quando Glaedr ridacchiò, roteando il grande occhio dorato sotto la palpebra cornea. Se avessi mai incontrato un drago senza vincoli, non diresti così. Un drago solitario non rende conto a niente e a nessuno, si prende ciò che vuole, e non mitre sentimenti benevoli se non per quelli della sua razza. Feroci e orgogliosi erano i draghi selvatici, persino arroganti... Le femmine erano così formidabili che era ritenuta una grande impresa fra i draghi dei Cavalieri accoppiarsi con una di loro.

La mancanza di questo profondo legame è il motivo per cui l'unione di Galbatorix con Shruikan, il suo secondo drago, è una depravazione. Shruikan non scelse Galbatorix come compagno; fu costretto con la magia nera a servire la follia del re. Galbatorix ha creato un'imitazione perversa della relazione che tu, Eragon, e tu, Saphira, condividete, e che lui perse quando gli Urgali uccisero il suo drago originario.

Glaedr fece una pausa per osservarli entrambi. Il suo occhio era l'unica cosa che si muoveva. Ciò che vi unisce va ben oltre un semplice collegamento mentale. Le vostre anime, le vostre identità... chiamatele come volete... sono state saldate alla radice. Il suo occhio guizzò su Eragon. Tu credi che l'anima di una persona sia divisa dal suo corpo? «Non lo so» disse Eragon. «Una volta, Saphira mi fece uscire dal mio corpo per guardare il mondo attraverso i suoi occhi... Mi sembrò di non essere più in contatto col mio corpo. Se esistono gli spiriti che uno stregone può evocare, allora anche la nostra coscienza dovrebbe essere indipendente dalla carne.»

Allungando la punta aguzza di un artiglio, Glaedr capovolse un piccolo masso per esporre un ratto che si nascondeva nella sua tana. Con un guizzo della lingua rossa, Glaedr catturò il ratto e lo ingoiò; Eragon fece una smorfia nel sentire la vita dell'animale che si spegneva.

Quando la carne viene distrutta, lo stesso accade all'anima, disse Glaedr.

«Ma un animale non è una persona» protestò Eragon.

Dopo le tue meditazioni, credi ancora di essere diverso da un ratto? Che siamo dotati di qualche miracolosa qualità che le altre creature non possiedono e che in qualche modo essa ci preserva anche dopo la morte?

«No» mormorò Eragon.

Già. Noi siamo così intimamente uniti che quando un drago o un Cavaliere viene ferito deve indurire il proprio cuore e recidere il legame per proteggere l'altro da inutili sofferenze, persino dalla pazzia. E poiché un'anima non si può separare dalla carne, si deve resistere alla tentazione di prendere l'anima del compagno nel proprio corpo per conservarla, perché il risultato sarebbe soltanto la morte di entrambi. Se anche fosse possibile, sarebbe un abominio avere coscienze multiple in un solo corpo.

«Che cosa terribile» disse Eragon, «morire soli, separati perfino da colui o colei che ti è più vicino.» Ciascuno di noi muore solo, Eragon. Che tu sia un re sul campo di battaglia, o un contadino nel suo letto, circondato dalla famiglia, nessuno può accompagnarti nel vuoto... Ora vi farò esercitare a separare le coscienze. Cominciamo con... Eragon fissò il vassoio della cena lasciato nel vestibolo della casa sull'albero e ne catalogò il contenuto: pane con burro di nocciole, bacche, legumi, un'insalatiera di foglie verdi, due uova sode - che, in ottemperanza alle convinzioni degli elfi, non erano fecondate - e una caraffa di fresca acqua sorgiva. Sapeva che a ogni piatto era stata dedicata la massima cura, che gli elfi impiegavano tutta la loro arte culinaria nella preparazione dei suoi pasti, e che nemmeno Islanzadi mangiava meglio di lui.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать


Volodyk читать все книги автора по порядку

Volodyk - все книги автора в одном месте читать по порядку полные версии на сайте онлайн библиотеки LibKing.




Paolini2-Eldest отзывы


Отзывы читателей о книге Paolini2-Eldest, автор: Volodyk. Читайте комментарии и мнения людей о произведении.


Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв или расскажите друзьям

Напишите свой комментарий
x