T. K. Falco - ANTIAMERICA

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T. K. Falco - ANTIAMERICA краткое содержание

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Alanna Blake è un'adolescente in fuga che abbina ingegno a un gruppo di hacker estremisti in ANTIAMERICA. Disponibile in ebook, audiolibro e libro in brossura. L'AntiAmerica è al centro della più grande rivolta anarchica americana degli ultimi 100 anni. Quando il gruppo di hacktivisti AntiAmerica attacca le più grandi banche della nazione, il settore finanziario rimane in bilico sull'orlo del collasso. Il pirata informatico e adolescente in fuga Alanna Blake viene reclutata con forza dal governo per rintracciare l'unico collegamento con l'AntiAmerica, il suo ex fidanzato scomparso Javier. Si affida alla proprie abilità di ingegneria sociale per districarsi in una cospirazione di menzogne e inganni che mette in pericolo sia la vita di tutte le persone più vicine a lei sia i segreti di un passato che desidera rimanga segreto per sempre.

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Gli Agenti che l’avevano arrestata facevano parte dell’Unità Federale Crimini Informatici, ed era la prima volta che Alanna ne sentiva parlare. C’erano così tante unità contro i crimini informatici, così tante squadre e task force, aveva perso il conto. Era chiaro che le truffe d’ingegneria sociale che aveva perpetrato le stavano presentato il conto. Gli avvertimenti di Brayden si erano rivelati fondati. Pregava che i Federali non avrebbero acciuffato anche lui.

Quindici minuti più tardi la raggiunse un uomo alto di mezza età. Abbronzato, dai capelli neri e dall’abito scuro. Lasciò cadere sul tavolo di legno una cartella ed un block-notes giallo unitamente ad una penna. Lo sguardo dell’uomo fu presto su di lei quando si accomodò su una sedia di metallo di fronte ad Alanna. “Signorina Blake. Mi chiamo Ethan Palmer. Sono un Agente speciale dei Servizi Segreti”.

La ragazza rimase inerte, lasciando le braccia lungo i lati della sedia. I Servizi Segreti ed i Federali. Un’esagerazione per una semplice effrazione. Si chiese quali delle sue truffe fosse comparsa sul loro radar. O da quanto a lungo la stessero osservando. Che prove avessero. Non aveva nessuna intenzione di rivelare qualcosa in merito alle sue truffe o all’effrazione.

L’uomo poggiò la mano sulla cartelletta. “Il tuo fascicolo dice che sei stata dichiarata scomparsa in North Carolina poco dopo il tuo sedicesimo compleanno. Da quel momento non è stata registrata nessuna attività. Ti va di dirci che cos’hai fatto in questi ultimi anni?”

Alanna distolse lo sguardo. Ogni centimetro del muro era ricoperto dal medesimo strato di pittura grigia scialba e deprimente. L’uomo raccolse la penna con un ghigno in viso. “Entrambi i tuoi genitori sono stati dichiarati deceduti. C’è qualcuno che vorresti che contattassimo? Un amico o un membro della famiglia?”

“No”.

“Mi spiace. Dev’essere dura—una ragazza così giovane che vive da sola”.

L’ultima cosa di cui aveva bisogno era che questo tizio la compatisse. “Ha mai avuto a che fare con ragazze della mia età?”

“In realtà mia figlia maggiore ha un paio d’anni in meno di te”.

Gli angoli della bocca di lui s’incurvarono in un sorriso, mentre Alanna si sforzò consapevolmente di non reciprocare alcun segno di emozione. Il silenzio venne interrotto quando Coda di Cavallo irruppe nella stanza indossando una giacca blu sulla maglia bianca a maniche lunghe. In bocca aveva una gomma da masticare ed avanzò oltre il tavolo, raggiungendo la parte posteriore della stanza.

L’uomo indicò nella direzione della donna mantenendo comunque il contatto visivo con Alanna. “Se non sbaglio hai già incontrato l’Agente Speciale dei Crimini Informatici Sheila McBride”.

Rivolse poi una breve occhiata all’Agente, gesto che lei ignorò. “Scusa se abbiamo iniziato senza di te”.

La donna si appoggiò al muro ed affondò entrambe le mani nelle tasche della sua giacca. Aveva tutte le caratteristiche di una maniaca del controllo. Alanna l’aveva capito dal modo in cui questa Agente McBride aveva abbaiato ordini al momento del suo arresto. Le era inoltre molto familiare lo sguardo penetrante che le aveva rivolto l’Agente, lo stesso che le stava rivolgendo in quel momento. Per tutta la vita le persone l’avevano considerata una delinquente. A ciò lei rispondeva sempre con un ampio sorriso laconico.

L’Agente dei Servizi Segreti le agitò la mano davanti al viso per attirare la sua attenzione. “Hai intenzione di dirci che cosa stavi facendo in quel condominio? O perché sei scappata dagli Agenti Federali che ti hanno avvicinata?”

Quando l’uomo unì le dita delle mani, Alanna appoggiò le spalle sullo schienale della sedia.

“Ti spiace dirci come ci sei arrivata? Abbiamo localizzato la tua auto, si trova al tuo appartamento”.

Alanna contrasse la mascella. Se non sapevano di Brayden di sicuro lei non gliel’avrebbe detto. L’Agente McBride avanzò verso il tavolo. Era sicuramente ancora indolenzita dallo scontro all’esterno dell’appartamento di Javier. L’ostilità era reciproca. Alanna provava poco trasporto per chi l’ostacolava. Specialmente le tipe con un caratteraccio. Lo attribuiva agli anni trascorsi accumulando la rabbia causata da una figura materna disfunzionale. A sufficienza per una vita intera.

L’Agente McBride si avvicinò con fare minaccioso. “Indovina che cosa hanno scoperto sul tuo computer in seguito alla perquisizione del tuo appartamento”.

I dati in merito ai suoi attacchi di phishing—la sua truffa più proficua. Aveva mandato partite di email che sembravano provenire da Instagram, Facebook ed ogni altra fonte fidata. Alcuni soggetti ignari le aprivano, cliccavano il link contenuto nel messaggio ed inserivano le proprie informazioni personali su finte pagine web create da lei.

Abbassò il mento prima di rispondere. “Minecraft?”

L’Agente McBride strinse lo sguardo dagli occhi azzurri. “Dati personalmente identificabili. Furto d’identità. Resistenza all’arresto. Effrazione. Stai per rendere molto felice un prosecutore federale molto fortunato”.

Il battito del cuore di Alanna accelerò. La maggior parte delle informazioni sul suo computer erano criptate su un server privato. Ad eccezione delle email che aveva mandato quella mattina. Avrebbe potuto fare più attenzione, ma non pensava avrebbe subito un’imboscata nel primo pomeriggio. Se non stavano bluffando era fregata. Ma non si sarebbe tradita dimostrando il panico che provava. La strategia dell’Agente McBride era giocare con la sua mente. Alanna si era trovata diverse volte nella posizione in cui si trovava in quel momento, quindi la cosa non la turbava più.

Spostò l’attenzione sull’Agente Palmer. Doveva avere poco più di quarant’anni. Iniziavano a vedersi le rughe sul suo viso. “Voglio un avvocato”.

“Ne hai uno da chiamare? Se così non fosse dovrai aspettare per ore prima che il tribunale te ne assegni uno”.

Alanna si accigliò all’accenno di intimidazione mostrata dall’uomo. “Aspetterò. Non otterrete niente da me fino a quel momento”.

L’uomo interruppe l’Agente McBride prima che quest’ultima potesse commentare. “D’accordo. Non parlare. Puoi almeno ascoltare ciò che abbiamo da dire?”

“Faccia pure”.

L’Agente aprì la cartella e poi le sbatté un foglio di carta sotto al naso. “Hai mai sentito parlare di questo gruppo?”

Alanna riconobbe subito la schermata. In alto si trovava una bandiera anarchica rossa e nera con una stella al centro. Sotto vi era un’immagine in bianco e nero di Che Guevara—quella che si vedeva sulle magliette. Javier non era stato molto entusiasta quando aveva visto la faccia dell’uomo nel momento in cui Brayden aveva sfoggiato il sito web hackerato. La sua famiglia era scappata da Cuba, quindi non era un grande sostenitore di Che.

Sotto all’immagine era stata inserita una citazione: “È il momento di gettare il giogo, di forzare la rinegoziazione dei debiti stranieri oppressivi e di costringere gli imperialisti ad abbandonare le loro basi di aggressione”.

Portò il capo verso la spalla sinistra. “Sì. So di AntiAmerica. Appaiono al telegiornale ogni dannato giorno”.

Non che stesse tenendo volontariamente il conto. Era Brayden che le forniva aggiornamenti tempestivi in merito. Un hacktivista di vecchia data e forte sostenitore di cause sociali su Internet, oltre ad un recitatore di sfoghi anticapitalisti. Quando iniziava a discutere sul come “il sistema è a favore dei benestanti e sfrutta le masse” nessuno era in grado di farlo tacere.

L’Agente Palmer si riappropriò del foglio e l’agitò davanti alla ragazza mentre la sua partner si spostò nell’angolo della stanza. “Era il sito web della Banca Nexus prima che AntiAmerica l’attaccasse il primo maggio, in occasione della commemorazione degli attacchi della Paura rossa nel 1919, un secolo fa. In seguito hanno avuto luogo gli attacchi a Dominion e First Regency. Le tre banche più importanti del paese che sono state attaccate nei due mesi scorsi”.

Gli Agenti si stavano comportando come se il loro discorsetto avrebbe avuto un qualche tipo d’influenza su di lei. “È per questo che mi state parlando?”

L’Agente Palmer annuì. “Io e l’Agente McBride facciamo parte di una task force inter-agenzie per conto delle quali ci è stato assegnato il compito di investigare”.

“Buon per voi”.

“Qual è la tua opinione circa AntiAmerica?”

Le orecchie di Alanna erano sature del suono prodotto dal masticare della gomma dell’Agente McBride. “Non ne ho. Non me ne frega niente. Lei che ne pensa?”

“Non sono hacktivisti che si battono per una causa come gli LulzSec o NullCrew. Sono anarchici. Il loro scopo finale è mettere in ginocchio il paese. E più acquisiscono sostenitori più diventano pericolosi”.

Dal momento in cui era stato postato un manifesto online da AntiAmerica dopo il loro primo attacco avevano radunato ogni anarchico tramite forum, chat room e Twitter. Non sapeva esattamente quanti fossero. Ma ogni volta in cui accendeva la televisione, al notiziario abbondavano storie in merito a nuove proteste che pullulavano nelle principali città del mondo.

“Okay. Sceneggiate a parte—che cosa c’entra tutto ciò con me?”

L’uomo rilassò la schiena e poi unì le mani. “Conosci un hacker di nome Paul Haynes?”

Alanna appoggiò la nuca sullo schienale della sedia. Il fatto che i Federali avessero menzionato il nome di Paul significava che erano al corrente del fatto che fosse un hacker black hat. Le conveniva procedere con cautela. In quanto all’oscuro delle prove che detenevano nei confronti di Paul, non poteva tradirsi negando qualsiasi connessione con quest’ultimo.

L’Agente Palmer inclinò la testa. “Puoi rispondere ad una semplice domanda con un sì o un no? Lo conosci o non lo conosci?”

Il silenzio li avrebbe certamente convinti della sua colpevolezza. Forse se avesse risposto, l’Agente sarebbe finalmente arrivato al punto. “Lo conosco. Ma non tanto bene. Abbiamo parlato qualche volta”.

“Quand’è stata l’ultima volta in cui avete parlato?”

“Qualche mese fa. Perché?” era meglio farlo passare per una conoscenza. Alanna era già abbastanza a rischio causa i suoi misfatti criminali, non era necessario che venissero associati a quelli di lui.

“Il suo coinquilino è stato assassinato”.

Lo stomaco di Alanna si contrasse quando la ragazza si agitò sulla sedia. Gli Agenti stavano studiando con fare interessato le sue reazioni—aveva tentato di dominare le proprie emozioni. Ma non poteva fare a meno di stare male per Paul. Nonostante la sua opinione su di lui non poteva non considerare il fatto che una perdita simile doveva essere stata straziante.

“Avevamo intenzione di convocarlo in centrale un paio di settimane fa per discutere di un exploit creato da lui, poiché era stato utilizzato nel primo attacco AntiAmerica. Gli Agenti mandati al suo appartamento a South Beach hanno trovato il corpo del suo coinquilino. Era stato legato, picchiato e strangolato”.

Alanna si morse il labbro inferiore. “Wow. Non ho mai conosciuto il suo coinquilino. Ma Paul mi è sempre sembrato un bravo ragazzo. Credete che sia stato lui ad ucciderlo?”

“Non lo sappiamo. Ma è ovviamente un potenziale sospetto, dato che è scomparso nel periodo in cui è stato assassinato il suo coinquilino”.

Paul e Terry erano una coppia—non coinquilini. I Federali però non l’avrebbero appreso da Alanna. Anche se si stava distanziando da Paul, a nessuno più di lei piaceva tenere nascosti i dettagli sulla vita privata. Si strinse il ventre sotto al tavolo. Paul parlava della sua relazione come se avesse trovato l’amore della sua vita. Alanna era scettica in merito al fatto che si fosse trattato di tortura ed omicidio.

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