Volodyk - Paolini3-Brisingr

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Oromis si volse a guardare una coppia di rondini che volteggiavano nel cielo azzurro. Di profilo, i suoi lineamenti fini e angolosi ricordarono a Eragon l'espressione di un falco o di un gatto. Continuando a fissare le rondini, Oromis disse: «Nemmeno tua madre poteva sapere in anticipo dove Morzan l'avrebbe mandata di volta in volta, né quando sarebbe ritornata al castello. Perciò Brom doveva restare nella proprietà per lunghi periodi, se voleva rivederla. Per circa tre anni restò a servizio nel castello come giardiniere. Di tanto in tanto, sgattaiolava fuori per mandare un messaggio ai Varden o per comunicare con le sue spie in tutto l'Impero, ma altrimenti non lasciava mai le terre di Morzan.»

«Tre anni! Non aveva paura che Morzan potesse vederlo e riconoscerlo?»

Oromis distolse gli occhi dal cielo e tornò a guardare Eragon. «Brom era bravissimo nei travestimenti, ed erano passati molti anni da quando lui e Morzan si erano trovati faccia a faccia l'ultima volta.»

«Capisco.» Eragon si rigirò il calice fra le mani, osservando come la luce si rifrangeva attraverso il cristallo. «E poi cosa accadde?»

«Poi» disse Oromis «accadde che uno degli agenti di Brom a Teirm prese contatto con un giovane studioso di nome Jeod che desiderava unirsi ai Varden e che sosteneva di avere prova dell'esistenza di un tunnel segreto che conduceva alla parte del castello di Urû'baen costruita dagli elfi. Brom pensò a ragione che la scoperta di Jeod era troppo importante per trascurarla, così fece i bagagli, salutò gli altri servitori e partì alla volta di Teirm il più in fretta possibile.»

«E mia madre?»

«Era partita un mese prima per una nuova missione per conto di Morzan.»

Sforzandosi di unire in una visione d'insieme tutti i racconti frammentari ascoltati da persone diverse, Eragon disse: «E così... Brom s'incontrò con Jeod e quando si fu convinto che il tunnel c'era davvero, fece in modo che uno dei Varden cercasse di rubare le tre uova di drago che Galbatorix teneva a Urû'baen.»

Il volto di Oromis si adombrò. «Purtroppo, per ragioni che non sono mai state chiarite del tutto, l'uomo che scelsero per il compito, un certo Hefring di Furnost, riuscì a rubare un solo uovo, quello di Saphira, dal tesoro di Galbatorix. Però, una volta messe le mani sull'uovo, fuggì sia dai Varden che dai servi di Galbatorix. Vistosi tradito, Brom fu costretto a passare sette mesi in cerca di Hefring, battendo il paese in lungo e in largo nel disperato tentativo di recuperare Saphira.»

«In quell'arco di tempo mia madre andò in segreto a Carvahall dove mi diede alla luce cinque mesi dopo?»

Oromis annuì. «Tu eri stato concepito poco prima che tua madre partisse per la sua ultima missione. Quindi Brom non sapeva niente delle sue condizioni mentre inseguiva Hefring e l'uovo di Saphira. Quando alla fine Brom e Morzan si affrontarono a Gil'ead, Morzan chiese a Brom se fosse lui il responsabile della scomparsa della Mano Nera. È comprensibile che Morzan sospettasse il coinvolgimento di Brom, visto che a lui si doveva la morte di diversi Rinnegati. Dal canto suo, Brom dedusse che era successo qualcosa di terribile a tua madre. In seguito mi raccontò che fu proprio quella convinzione a dargli la forza e il coraggio necessari a uccidere Morzan e il suo drago. Una volta che li ebbe sconfitti, Brom prese dal cadavere di Morzan l'uovo di Saphira - perché Morzan aveva trovato Hefring e gli aveva sottratto l'uovo - e poi lasciò la città, fermandosi solo per nascondere Saphira dove sapeva che i Varden l'avrebbero trovata.»

«Allora è per questo che Jeod pensava che Brom fosse morto a Gil'ead» disse Eragon.

Ancora una volta Oromis annuì. «Pieno di paura, Brom non osò aspettare i compagni. Anche nell'ipotesi che tua madre fosse viva e stesse bene, Brom temeva che Galbatorix decidesse di fare di Selena la propria Mano Nera, e a quei punto lei non avrebbe mai più avuto la possibilità di sfuggire all'Impero.»

Eragon sentì salire le lacrime agli occhi. Quanto doveva amarla Brom per abbandonare tutto e tutti non appena seppe che lei era in pericolo.

«Da Gil'ead, Brom cavalcò fino al castello di Morzan, fermandosi solo per dormire. Ma per quanto spingesse il cavallo al galoppo sfrenato, fu comunque troppo lento. Quando arrivò al castello, scoprì che tua madre era tornata due settimane prima, malata e indebolita dal suo misterioso viaggio. I guaritori di Morzan avevano cercato di salvarla, ma nonostante i loro sforzi, lei era morta solo un paio d'ore prima che Brom arrivasse.»

«Così non la rivide?» chiese Eragon, con un nodo alla gola.

«No, mai più.» Oromis fece una pausa e la sua espressione si addolcì. «Credo che perderla sia stato per Brom un dolore immenso, paragonabile solo a quello che provò alla morte del suo drago. Un dolore che spense gran parte del fuoco che gli ardeva nell'anima. Tuttavia non si arrese, né impazzì di rabbia come gli era capitato dopo che i Rinnegati avevano ucciso l'omonima di Saphira. Decise invece di scoprire la ragione della morte di tua madre e di punire, se possibile, i responsabili. Interrogò i guaritori di Morzan e li obbligò a descrivere i disturbi di tua madre. Dai loro racconti, e dai pettegolezzi che circolavano fra la servitù del castello, Brom arguì la verità sulla gravidanza di tua madre. Animato dalla speranza, cavalcò fino all'unico posto dove sapeva di dover cercare: la casa di tua madre a Carvahall. E lì ti trovò, affidato alle cure dei tuoi zii.

«Tuttavia Brom non rimase a Carvahall. Non appena si fu assicurato che nessuno a Carvahall sapesse che tua madre era stata la Mano Nera e che tu non eri in imminente pericolo di vita, tornò in segreto nel Farthen Dûr, dove si rivelò a Deynor, all'epoca capo dei Varden. Deynor fu sorpreso di vederlo perché fino a quel momento tutti avevano creduto che fosse morto a Gil'ead. Brom lo convinse a tenere nascosta la sua esistenza, tranne che a poche persone scelte, e poi...»

Eragon alzò un dito. «Ma perché? Perché fingere di essere morto?»

«Brom voleva vivere abbastanza per istruire il nuovo Cavaliere, e sapeva che l'unico modo per evitare di essere assassinato per aver ucciso Morzan era che Galbatorix lo credesse già morto e sepolto. Per giunta, Brom non voleva attirare l'attenzione su Carvahall. Intendeva stabilirsi lì per starti vicino, come appunto fece, ma non voleva che l'Impero venisse a sapere della tua esistenza.

«Mentre si trovava nel Farthen Dûr, Brom aiutò i Varden a negoziare l'accordo con la regina Islanzadi per la spartizione fra elfi e umani della custodia dell'uovo, e per l'addestramento del nuovo Cavaliere se e quando l'uovo si fosse schiuso. Poi accompagnò Arya nel suo viaggio dal Farthen Dûr a Ellesméra con l'uovo. Quando arrivò, raccontò a Glaedr e a me quello che io ti sto dicendo adesso, affinché non andasse perduta la verità sul vostro legame di parentela nel caso che lui fosse morto. Quella fu l'ultima volta che lo vidi. Da Ellesméra, Brom tornò a Carvahall dove si presentò come bardo e cantastorie. Tu sai meglio di me che cosa accadde in seguito.»

Oromis tacque e per un momento nessuno parlò.

Lo sguardo fisso a terra, Eragon ripensò a tutto quello che Oromis aveva detto e cercò di capire i propri sentimenti. Alla fine disse: «Ed è davvero Brom mio padre, non Morzan? Voglio dire, se mia madre era la compagna di Morzan, allora...» Lasciò la frase in sospeso, troppo imbarazzato per continuare.

«Tu sei figlio di tuo padre» disse Oromis «e tuo padre è Brom. Su questo non c'è ombra di dubbio.»

«Nessuno?»

Oromis scosse il capo. «Nessuno.»

Eragon si sentì girare la testa e si accorse che stava trattenendo il fiato. Con un lungo respiro, disse: «Credo di capire perché...» S'interruppe per riempire i polmoni. «... perché Brom non mi ha detto niente prima che trovassi l'uovo di Saphira. Ma perché non mi ha detto niente nemmeno dopo? E perché costrinse voi e Saphira al segreto? Non mi voleva come figlio? Si vergognava di me?»

«Non posso fingere di sapere le ragioni di tutto quello che ha fatto Brom, Eragon. Ma di una cosa sono sicuro: Brom non avrebbe desiderato altro che chiamarti figlio e allevarti, ma non osò rivelare la vostra parentela nel timore che l'Impero lo scoprisse e cercasse di ferirlo attraverso di te. E tutto considerato la sua prudenza fu più che motivata. Guarda come Galbatorix ha cercato di catturare tuo cugino Roran per costringerti alla resa.»

«Però avrebbe potuto dirlo a mio zio» protestò Eragon. «Garrow non lo avrebbe mai venduto all'Impero.»

«Riflettici, Eragon. Se tu fossi cresciuto con Brom e voci sulla sua sopravvivenza avessero raggiunto le orecchie delle spie di Galbatorix, sareste dovuti fuggire entrambi da Carvahall per salvarvi la vita. Tenendoti nascosta la verità, Brom sperava di proteggerti da questi pericoli.»

«Però non c'è riuscito, e siamo comunque dovuti fuggire da Carvahall.»

«Già» disse Oromis. «L'errore di Brom, se vogliamo considerarlo tale, anche se io credo abbia portato più bene che male, è stato di non riuscire a separarsi del tutto da suo figlio. Se avesse avuto la forza di resistere all'impulso di tornare a Carvahall, tu non avresti mai trovato l'uovo di Saphira e i Ra'zac non avrebbero ucciso tuo zio; molte cose che non sono successe sarebbero successe, e molte cose che sono successe non sarebbero successe. Ma Brom non ha potuto estirparti dal suo cuore.»

Eragon serrò la mascella, scosso dai brividi. «E quando seppe che Saphira si era schiusa per me?»

Oromis esitò e la sua espressione serafica in qualche modo s'incrinò. «Non ne sono sicuro, Eragon. Può darsi che Brom volesse ancora proteggerti dai suoi nemici, e che non te l'abbia rivelato per la stessa ragione per cui non ti ha portato direttamente dai Varden: perché sarebbe stato troppo per te. Forse aveva intenzione di dirtelo poco prima di raggiungere i Varden. Se vuoi la mia opinione, però, credo che Brom abbia tenuto la bocca chiusa non perché si vergognava di te, ma perché si era abituato a vivere con i suoi segreti ed era restio a separarsene. E perché, ma questa non è che una congettura, non era sicuro di come avresti reagito alle sue parole. Secondo quanto dici tu stesso, non vi conoscevate molto bene prima di fuggire insieme da Carvahall. È possibile che avesse paura che tu lo avresti odiato se ti avesse rivelato di essere tuo padre.»

«Odiato?» esclamò Eragon. «Non lo avrei mai odiato, anche se... forse non gli avrei creduto.»

«E ti saresti fidato di lui dopo una simile rivelazione?»

Eragon si morse l'interno della guancia. No, non mi sarei fidato.

Oromis proseguì. «Brom fece del suo meglio, date le circostanze più che difficili. Prima di tutto doveva tenervi entrambi in vita, e istruirti e consigliarti perché non usassi i tuoi poteri per scopi egoistici come Galbatorix. In questo Brom se l'è cavata egregiamente. Può darsi che non sia stato il padre che volevi che fosse, ma ti ha lasciato un'eredità quale nessun figlio ha mai ricevuto.»

«Non ha fatto niente più di quanto avrebbe fatto per chiunque fosse diventato il nuovo Cavaliere.»

«Questo non ne sminuisce il valore» osservò Oromis. «Ma ti sbagli: Brom ha fatto per te più di quanto avrebbe fatto per chiunque altro. Per convincerti, ti basti pensare a come si è sacrificato per salvarti la vita.»

Con l'unghia dell'indice destro Eragon giocherellò col bordo del tavolo, seguendo un piccolo rilievo formato da uno degli anelli del legno. «È stato davvero un caso che Arya mi abbia mandato Saphira?»

«Sì» confermò Oromis. «Un caso, ma non una coincidenza. Invece di mandare l'uovo al padre, Arya l'ha fatto comparire davanti al figlio.»

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