Morenz Patricia - Per Sempre È Tanto Tempo

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    Per Sempre È Tanto Tempo
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Morenz Patricia - Per Sempre È Tanto Tempo краткое содержание

Per Sempre È Tanto Tempo - описание и краткое содержание, автор Morenz Patricia, читайте бесплатно онлайн на сайте электронной библиотеки LibKing.Ru
Romanzo d'amore. Jocelyn Davis torna a New York Dopo una terribile tragedia familiare, dopo essere andata via cinque anni prima senza salutare il suo migliore amico d’infanzia, Jake Johnson. Ora deve iniziare la scuola superiore senza amici, con l’anima a pezzi, la sua famiglia distrutta e con i suoi sogni incerti di diventare una scrittrice famosa. Senza speranze, si aggrappa a Jake, che le offre di nuovo la propria amicizia. Ma lei non immaginava che si sarebbe innamorata del suo migliore amico e cosa ancor più sorprendente, lui si è innamorato di lei. Tuttavia, Jake ha i suoi sogni ed il futuro minaccia di distruggere la bellezza del presente. Il suo amore potrà attraversare l’incertezza del domani? La tenerezza del primo amore, l’importanza dell’amicizia, il perdono ed i sogni, si intrecciano in questa storia commovente.

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«Non voglio niente …» dico fissando i pezzi di frutta nel mio piatto.

«Potresti invitare Jake e chi vuoi. Potremmo organizzare un pranzo o una cena, quello che vuoi tu.»

In realtà l’unica attrattiva di questa proposta è stare con Jake, così la prendo in considerazione.

«Ci penserò» rispondo alla fine, senza decidere niente.

«Va bene, fammelo sapere entro il fine settimana» annuisco soltanto riempiendomi la bocca di pezzi di mela.

Mio padre fa qualche commento su cose di lavoro con Elena; chiacchierano in realtà, non parlano solo superficialmente, non presto attenzione al contenuto, posso solo vedere un uomo diverso da quello che stava con mia madre e non posso evitare di sentirmi arrabbiata con lui. Dov’era quest’uomo quando mia madre ne aveva bisogno? Dov’era quando il suo matrimonio cadeva in pezzi e lui non faceva nulla per evitare che i pezzi mi seppellissero in mezzo a loro due? Perché questa donna poteva averlo e mia madre non ha mai potuto farlo? Non è giusto. Desidero solo non aver mai conosciuto questa donna o voglio soltanto di nuovo mia madre, di nuovo la mia famiglia.

«Jocelyn» una voce mi sussurrava all’orecchio, «Tesoro. Buon compleanno …»

Aprii subito gli occhi vedendo un luce riempire la mia piccola stanza a casa di mia nonna.

«Grazie, mamma» pronunciai con voce roca.

«Alzati così facciamo colazione e poi andremo a casa di tua zia, sulla spiaggia.»

«Sì, mamma. Ma non sono più una bambina, ora ho quattordici anni.»

«Lo so e anche quando ne avrai quaranta sarai sempre la mia bambina» mi abbracciò quasi soffocandomi.

Trascorsi tutto il giorno sulla spiaggia con Kevin (rimasi anche assente da scuola, Urrà!), che pur essendo un bambino di dieci anni molto indisciplinato, era una buona compagnia. Non mi ero fatta dei veri amici qui a Tampa, solo compagni di scuola; mi sembrava di tradire l’amicizia di Jake.

Due settimane prima ero stata così tentata di chiamarlo nel giorno del suo compleanno, ma prima di digitare l’ultimo numero lasciai perdere, non sapevo cosa dire.

Mamma e la nonna fecero tutto quello che mi piaceva, chiamò anche papà augurandomi buon compleanno (sì, come no, pensai) e per la mia piccola collezione Kevin mi regalò una conchiglia molto strana che aveva trovato pochi giorni prima. Davvero avevo delle cose belle per le quali essere felice, ma negli ultimi anni sentivo sempre che la mia felicità non poteva essere completa.

«Oggi cosa scrivi?» chiese mia madre sedendosi sulla sabbia vicino a me e indicando il mio quaderno giallo.

«Non lo so … lascio solo scivolare le mie dita …»

«A proposito, ho un altro regalo per te.»

Sì, mamma oggi mi aveva riempita di regali. Mi regalò un fondo per l’università (mamma pensava a tutto), un pc portatile, disse che così avrei risparmiato carta, ma finivo sempre per tornare ai miei quaderni gialli; inoltre, il giorno prima avevamo preso d’assalto alcuni negozi tentando di modernizzare il nostro look. Mi regalò una giornata incredibile, nonostante tutto. Tuttavia sembrava che avesse qualcos’altro per me. Mi porse una piccola scatola quadrata di velluto con un fiocco enorme.

«E questa?» sorrisi indicando la scatolina.

«Aprila e basta» rispose come se fosse una cosa normale.

Sollevai il coperchio e sorrisi per quello che vedevo. Era bellissimo. Un anello d’argento con un enorme girasole che copriva il mio dito. Era il fiore preferito di mia madre. Lei aveva una collana con un pendente a forma di girasole come quello che io ora avevo davanti.

«Avevo pensato ad una collana anche per te» spiegò, «ma mi è sembrata migliore l’idea di un anello, così lo vedrai sempre mentre scrivi. Cioè quasi tutto il tempo» sorridemmo entrambe.

«Grazie mamma, è bellissimo. Mi piace tanto!» la abbracciai, sull’orlo delle lacrime.

Lo infilai al mio dito indice destro, così avrei sempre potuto vederlo mentre scrivevo. Mi accorsi che era regolabile, mamma disse che sarei cresciuta ancora molto e che voleva che lo indossassi sempre.

«Sai perché il girasole è il mio fiore preferito?»

«Sì, mamma» risposi, «me lo hai detto un milione di volte. Così tante che ora è anche il mio fiore preferito» sorrise.

«Bene, ma data l’occasione te lo ripeterò; a parte che il girasole è giallo e questo colore evoca allegria e giorni luminosi, il girasole, come indica il suo nome, gira cercando il sole, perché il sole gli dà la vita. Sii come il girasole, Lyn. Cerca il tuo sole, percorri la tua strada e vai in cerca di ciò che ti rende felice, che ti riempie la vita di allegria. Cerca il tuo sole» ripeté.

A quel punto entrambe eravamo in lacrime, non sapevo se mamma parlasse di qualcosa in particolare o cercasse solo di insegnarmi qualcosa, in quel momento potevo solo annuire, avrei capito le sue parole più tardi, purtroppo quando lei non c’era più.

Osservo l’anello nella mia mano, l’ultimo regalo di mia madre. Lei era il mio sole. Ma sento che devo trovare un altro sole a cui aggrapparmi o appassirò prima che arrivi la notte.

«Bell’anello» è la voce di Jake che mi riporta al presente.

«Me lo ha regalato mia madre quando ho compiuto quattordici anni.»

Lui annuisce soltanto sedendosi al mio fianco.

Dopo la colazione vado al parco vicino a casa con il mio quaderno, anche se in realtà non ho scritto niente e mi siedo solo ad osservare l’anello e a pensare a mia madre.

«Scott mi ha detto che ti ha vista da queste parti quando è passato e che eri da sola. Ho pensato di farti compagnia, se non ti dà fastidio, ovvio.»

«Sono contenta che tu sia qui» ammetto, infilandomi di nuovo l’anello al dito.

«Ti ho mandato un messaggio ieri sera, o meglio, oggi … molto presto.»

«L’ho visto oggi … molto tardi. Pensavo dormissi e non volevo disturbare.»

Sorride con il suo sorriso con le fossette guardando verso la strada, dove passano le auto estranee a questo posto dove noi ci siamo incontrati, il sole brilla un po’ di più.

«Tu non disturbi mai, Joce»

Solo lui mi diceva e mi dice così, e mia madre a volte. Sorrido anch’io.

«Come va la canzone?» decido di cambiare argomento.

«Me lo hai regalato appena ieri sera, dammi un po’ di tempo.»

«Va bene, ti darò il tuo “spazio”» dico mimando le virgolette nell’aria con le dita in modo drammatico.

Sorride di nuovo e osservo il mio dito. Il girasole brilla come Jake, illuminando la mia vita.

I giorni passano, a volte lenti – quando papà e Elena mi stanno intorno, o a volte rapidi, quando sto con Jake. Ma sempre avvicinandosi inevitabilmente al mio compleanno. Davvero odio pensarci. Mamma non sarà più con me per questo giorno.

CAPITOLO 8

«Mamma continua ad essere preoccupata» confessa Jake, interrompendo il nostro silenzio particolare.

Se non abbiamo compiti, saliamo sulla casa sull’albero, lui suona qualche accordo qui e là ed io scrivo con la sua musica come colonna sonora. Ma da un po’ di tempo sento le sue note agitate e so che qualcosa non va.

«Tua madre sta ancora male?»

«Sì, e so che è preoccupata per l’aspetto economico. Non so come ha potuto sprecare del denaro per il portatile per il mio compleanno.»

Davvero non so cosa dire, c’è poco che entrambi possiamo fare o … forse no.

«Forse potresti aiutarla con un po’ di soldi?»

«Soldi da dove?» alza le sopracciglia e allontana le dita dalle corde.

Non sapevo se gli sarebbe piaciuta la mia idea, ma non avevo niente da perdere a provarci.

«Potresti cantare … cantare per la gente.»

«Assolutamente no!» rifiuta quasi immediatamente «Io non canto in pubblico, Joce.»

«Ma potresti. Canti davvero bene e potresti fare un po’ di soldi con questo dono.»

Lui fa di no con la testa guardando la vecchia chitarra che tiene tra le mani.

«Io non canto per le persone, canto solo per me» si ferma imbarazzato per quello che sta per dire «ed ora anche per te.»

«Dovresti provare, pensaci, hai una voce troppo bella per nasconderla» e arrossisco per come mi guarda.

«Ci penserò, d’accordo» concede non molto convinto e reticente ad accettare, ma ho la certezza che alla fine lo farà.

All’improvviso ho un’idea pazza, ma decido di dirgliela in ogni caso.

«Aspetta, ho un’altra idea.»

«Oh, no!» si lamenta Jake.

«Non dire di no prima di sentirla.»

Non so che sguardo mi lancerà ora, ma voglio verificarlo.

«E se fai un’audizione per qualcuno di quei programmi per giovani talenti? Hai 15 anni, puoi farlo.»

«Cosa?! Sei pazza?!»

«Ehi!» mi risento.

«Scusami, non sei pazza, solo che quello che stai dicendo è una pazzia. Non potrei mai farlo.»

All’improvviso sento che mi ha fraintesa, la sua voce riflette una profonda tristezza e non so come rimangiarmi le parole.

«È solo un’idea, non fare così.»

«Hai visto quei programmi, Joce?» annuisco «Dovrei cantare per centinaia di persone sul set e milioni che mi guarderanno alla televisione, ma questa non sarebbe la cosa peggiore …» fa una pausa significativa «la parte peggiore sarebbe vedere che, tra tutte quelle persone, la mia famiglia non c’è.»

Ora capisco tutto. La sua famiglia non lo appoggerebbe mai, perché il signor Johnson non approverebbe mai che uno dei suoi figli partecipasse a qualcosa così banale come un programma televisivo che cerca la prossima star musicale, non sa nemmeno che Jake suona la chitarra, ancora meno che canta. Sua madre non andrebbe mai contro il marito, e su fratello ovviamente sarebbe costretto a schierarsi. Tutte quelle persone avevano le loro famiglie tra il pubblico, orgogliose di loro, lui no, perlomeno non la sua famiglia e credo che ci avesse già pensato prima che io parlassi.

«Io starei lì» sussurro appoggiando la testa sulla sua spalla. «Io appoggerò i tuoi sogni.»

«Lo so …» sorride tristemente.

Restiamo lì appoggiati l’uno all’altra, tenendoci per mano come se fosse il nostro unico salvavita. So che negli ultimi anni per lui non ci sono stata, ma sono anche sicura che a partire da adesso lo appoggerò in ogni strada che vorrà prendere.

«Jake …» sussurro di nuovo e alzo la testa per guardarlo negli occhi «Io sono la tua fan numero uno a partire da adesso.»

«Ci contavo» dice stavolta sorridendo davvero e così so di aver trovato le parole giuste.

«Possiamo anche caricare dei video su Youtube , sai … come Justin Bieber, potresti essere meglio di lui.»

«Stai zitta, Joce» continua a ridere «Semplicemente non sai quando smettere. Ci penserò, va bene? Ma non oggi.»

«Okay» gli faccio l’occhiolino e torniamo alle nostre occupazioni. Lui suona, io scrivo.

Vado bene a scuola, e questo mi lascia del tempo per scrivere di più. Ho già scritto vari racconti e sto terminando il mio primo romanzo. Il mio blog va a meraviglia, scrivo recensioni e condivido i miei racconti con chi vuole leggerli. Ho molti amici blogger, ma pochi a scuola. Davvero non mi sono disturbata a cercare di entrare in qualcuno di questi gruppi e dalla mia piccola lite con Gina non mi si avvicina più nessuno, o meglio, solo Meryl e Jake. Ah, e Bryan perché non ha altra scelta.

Non sono andata al ballo di benvenuto, Jake ha capito che non mi vanno i balli, né Halloween, non ci è andato nemmeno lui anche se gli ho detto che avrebbe dovuto, ha risposto che non gli interessavano. Ho saputo da Meryl che Bryan l’aveva invitata ad andare con lui, ma lei gli ha detto di no, pensando ai genitori, non è entrata nei dettagli ma ho supposto che siano dei bianchi razzisti. Anche se Bryan ed io non andiamo molto d’accordo, questo non ha nulla a che vedere con il colore della sua pelle. Da allora le cose tra loro sono imbarazzanti, dato che Meryl ci è andata con un altro ragazzo e Bryan ha tratto le proprie conclusioni. Lui alla fine aveva trovato con chi andare, ma tra loro l’atmosfera era ancora tesa.

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