Vignaroli Stefano - La Corona Bronzea
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Stefano Vignaroli
LO STAMPATORE
La corona bronzea
© 2017 Amici di Jesi
Tutti i diritti di riproduzione, distribuzione e traduzione sono riservati
I brani sulla storia di Jesi sono stati tratti e liberamente adattati dai testi di Giuseppe Luconi
Illustrazioni del Prof. Mario Pasquinelli, gentilmente concesse dai legittimi eredi
Sito web http://stedevigna.wix.com/stefano-vignaroli
E-mail per contatti stedevigna@gmail.com
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Indice dei contenuti
LA CORONA BRONZEA LA CORONA BRONZEA LO STAMPATORE - SECONDO EPISODIO
PREFAZIONE PREFAZIONE Jesi, città natale dell'imperatore Federico II di Svevia, torna ad essere il palcoscenico delle avventure della giovane studiosa Lucia Balleani, nel secondo episodio della trilogia Lo Stampatore . Amore e morte, esoterismo e ragione, bene e male. Sono solo alcuni degli ingredienti che danno ritmo a questa nuova indagine, incentrata sulla misteriosa scomparsa della corona bronzea, un tempo posta sopra il leone rampante del principale palazzo jesino, quello della Signoria. Con sapiente alchimia, Vignaroli intreccia passato e presente, attraverso le parallele vicende dei protagonisti dei giorni nostri e degli omonimi antenati. Avvenente dama e altera reggente della repubblica Aesina, Lucia Baldeschi è divisa tra gli obblighi della ragion di stato e l'amore per il fuggiasco cavaliere, il prode condottiero Andrea Franciolini. Tra storia e leggenda, l'azione spazia dai severi edifici e gli oscuri passaggi segreti di una Jesi sotterranea, alle aperte campagne del suo Contado, popolate da pastori e monaci di giorno e animate da riti magici durante i chiari di luna. Poi ci sono gli intrighi di palazzo, le faide tra i signori e le battaglie; quelle tra gli eserciti e contro i pirati, da Urbino a Senigallia, fino ad alcune tra le più suggestive gole dell'Appennino. Ambienti e tratti distintivi di un'epoca, il Cinquecento, caratterizzato da luci e ombre, diviso tra culto della ragione e pratica dell'esoterismo e di cui i personaggi del romanzo sono lo specchio fedele. Nel contegno, così come nei pregi e nei difetti. Sui loro passi, tra sensazionali scoperte e brillanti intuizioni, i litigiosi amanti, Lucia e Andrea, della Jesi del Ventunesimo secolo giungeranno alla verità nel segno di un amore senza tempo. Marco Torcoletti
PREMESSA PREMESSA Dopo il primo episodio della serie “Lo stampatore”, eccomi a presentarvi il sequel, il secondo racconto. Al termine de “L’ombra del campanile” avevo volutamente lasciato aperte diverse finestre a possibili sviluppi della trama successiva. Bernardino, lo stampatore, giace in condizioni disperate in una stanza dell’ospedale Santa Lucia. Il Cardinal Baldeschi è morto improvvisamente e ha lasciato vacante il governo della città. Sarà finalmente la giovane Lucia Baldeschi a prendere le redini del governo ed evitare che Jesi cada nelle mani di nemici che da sempre incalzano alle sue porte? Certo, non si può lasciare il governo in mano a quattro nobili corrotti o, peggio, affidarlo al legato pontificio inviato dal Papa. Ma Lucia è una donna, e non è facile assumere ruoli di potere, tradizionalmente demandati agli uomini. E Andrea, il suo amore, che fine avrà fatto, dopo essere scampato al patibolo ed essersi dileguato al seguito del Mancino? Ritornerà in scena per aiutare la sua amata? O controverse vicende lo condurranno verso tutt’altri lidi? E ricordiamo anche la storia parallela, quella della studiosa Lucia Balleani, nostra contemporanea, che forse ha incontrato finalmente l’amore della sua vita, che la condurrà per mano a scoprire insieme al lettore nuovi arcani segreti. Insomma, gli elementi ci sono tutti per affrontare una lettura che di nuovo ci condurrà tra vicoli, piazze e palazzi di una splendida città marchigiana, famosa nel mondo per aver dato i natali all’Imperatore Federico II: Jesi. Buona lettura! Stefano Vignaroli
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
EPILOGO
APPENDICE
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Ringraziamenti
A Giuseppe Luconi e Mario Pasquinelli,
illustri concittadini che fanno
parte della Storia di Jesi
LA CORONA BRONZEA
LO STAMPATORE - SECONDO EPISODIO
PREFAZIONE
Jesi, città natale dell'imperatore Federico II di Svevia, torna ad essere il palcoscenico delle avventure della giovane studiosa Lucia Balleani, nel secondo episodio della trilogia Lo Stampatore . Amore e morte, esoterismo e ragione, bene e male. Sono solo alcuni degli ingredienti che danno ritmo a questa nuova indagine, incentrata sulla misteriosa scomparsa della corona bronzea, un tempo posta sopra il leone rampante del principale palazzo jesino, quello della Signoria. Con sapiente alchimia, Vignaroli intreccia passato e presente, attraverso le parallele vicende dei protagonisti dei giorni nostri e degli omonimi antenati. Avvenente dama e altera reggente della repubblica Aesina, Lucia Baldeschi è divisa tra gli obblighi della ragion di stato e l'amore per il fuggiasco cavaliere, il prode condottiero Andrea Franciolini. Tra storia e leggenda, l'azione spazia dai severi edifici e gli oscuri passaggi segreti di una Jesi sotterranea, alle aperte campagne del suo Contado, popolate da pastori e monaci di giorno e animate da riti magici durante i chiari di luna. Poi ci sono gli intrighi di palazzo, le faide tra i signori e le battaglie; quelle tra gli eserciti e contro i pirati, da Urbino a Senigallia, fino ad alcune tra le più suggestive gole dell'Appennino. Ambienti e tratti distintivi di un'epoca, il Cinquecento, caratterizzato da luci e ombre, diviso tra culto della ragione e pratica dell'esoterismo e di cui i personaggi del romanzo sono lo specchio fedele. Nel contegno, così come nei pregi e nei difetti. Sui loro passi, tra sensazionali scoperte e brillanti intuizioni, i litigiosi amanti, Lucia e Andrea, della Jesi del Ventunesimo secolo giungeranno alla verità nel segno di un amore senza tempo.
Marco Torcoletti
PREMESSA
Dopo il primo episodio della serie “Lo stampatore”, eccomi a presentarvi il sequel, il secondo racconto. Al termine de “L’ombra del campanile” avevo volutamente lasciato aperte diverse finestre a possibili sviluppi della trama successiva. Bernardino, lo stampatore, giace in condizioni disperate in una stanza dell’ospedale Santa Lucia. Il Cardinal Baldeschi è morto improvvisamente e ha lasciato vacante il governo della città. Sarà finalmente la giovane Lucia Baldeschi a prendere le redini del governo ed evitare che Jesi cada nelle mani di nemici che da sempre incalzano alle sue porte? Certo, non si può lasciare il governo in mano a quattro nobili corrotti o, peggio, affidarlo al legato pontificio inviato dal Papa. Ma Lucia è una donna, e non è facile assumere ruoli di potere, tradizionalmente demandati agli uomini. E Andrea, il suo amore, che fine avrà fatto, dopo essere scampato al patibolo ed essersi dileguato al seguito del Mancino? Ritornerà in scena per aiutare la sua amata? O controverse vicende lo condurranno verso tutt’altri lidi?
E ricordiamo anche la storia parallela, quella della studiosa Lucia Balleani, nostra contemporanea, che forse ha incontrato finalmente l’amore della sua vita, che la condurrà per mano a scoprire insieme al lettore nuovi arcani segreti.
Insomma, gli elementi ci sono tutti per affrontare una lettura che di nuovo ci condurrà tra vicoli, piazze e palazzi di una splendida città marchigiana, famosa nel mondo per aver dato i natali all’Imperatore Federico II: Jesi. Buona lettura!
Stefano Vignaroli
CAPITOLO 1
Bernardino aveva riaperto gli occhi dopo giorni e giorni di incoscienza. Nonostante la sua stanza fosse nella penombra, i suoi occhi furono abbagliati dalla luce e dal bianco candido dell’ambiente in cui si trovava. Una piccola stanza, spoglia, dalle pareti bianche, senza quadri, senza affreschi al soffitto, senza neanche la compagnia di uno scaffale con dei libri. Pensò di essere già giunto in Paradiso, ma i dolori lancinanti che avvertiva su tutto il corpo gli facevano capire di essere ancora in vita. Sentendolo lamentarsi, una suora gli si avvicinò e gli portò alle labbra la tazza di brodo di pollo, che fino allora gli aveva costretto a ingurgitare nonostante lo stato di incoscienza. Anche se freddo, Bernardino lo trangugiò con avidità, fino a che non gli andò attraverso e iniziò a tossire. Ma riafferrò il braccio della suora, che stava allontanando da lui il prezioso liquido, in quanto sentiva la gola talmente arsa, che pensava di essere uscito da quell’inferno di fiamme solo pochi minuti prima. E invece era passato quasi un mese, dal giorno dell’incendio della sua bottega.
«Siete ancora molto debole, amico mio. Poco alla volta, o saranno guai. Il Dottore mi ha raccomandato: pochi sorsi e spesso. E il Dottor Serafino è uno che ci sa fare, altrimenti a quest’ora non sareste più tra noi!», gli disse la suora gentilmente, ma con voce ferma.
«Il Cardinale, è stato il Cardinale…», provò a dire Bernardino, con la voce che si strozzava tra nuovi colpi di tosse.
«Sì, sì, è stato il Cardinale Baldeschi a volervi far curare proprio in questo luogo, grazie all’intercessione della sua cara nipote. Purtroppo il Cardinale non c’è più. Una disgrazia, un’orribile disgrazia. Il Cardinale è stato ucciso, da una delle sue serve da quello che so, una certa Mira. Lo ha fatto precipitare dal balcone del suo studio, dopo averlo trafitto con un affilatissimo coltello. Si dice che il Cardinale abbia sorpreso la ragazza mentre stava rubando nel suo studio. È nata una lite tra i due e l’anziano ha avuto la peggio. Ma la serva è stata arrestata, e pagherà per le sue colpe. Ah, se pagherà!»
Nonostante i dolori, Bernardino afferrò la mano della suora e fece uno sforzo sovrumano per parlarle.
«Mi state dicendo che il Cardinale Artemio Baldeschi è morto? È la verità? Ma… quanto tempo è passato da quando ho perso conoscenza? Da come parlate, non sembrano fatti riferibili a ieri o all’altro ieri. E che ne è stato di Lucia Baldeschi? Da quello che mi dite deve essere rimasta sola!»
«State calmo. Ve lo ho detto, non dovete fare sforzi! Avete passato un mese su questo letto, in preda alla febbre, al delirio, ai sogni che attanagliavano la vostra anima e il vostro cuore. Io e le mie consorelle disperavamo che ce la poteste fare. E invece, il buon Dio ancora non vi ha voluto accogliere nella sua casa, e siete ancora tra noi. Farò avere un messaggio a Lucia Baldeschi, avvertendola che avete ripreso conoscenza. Ne sarà ben felice e verrà di certo a farvi visita i giorni prossimi.»
«Sorella, mandatela a chiamare subito. Palazzo Baldeschi è proprio qui di fronte, in questa stessa Piazza, lo posso addirittura intravedere dalla finestra!»
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