Анелия Каминская - Божественная комедия / Divina commedia
- Название:Божественная комедия / Divina commedia
- Автор:
- Жанр:
- Издательство:Литагент АСТ
- Год:2015
- Город:Москва
- ISBN:978-5-17-088902-0
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per singular cagione essere eccelsa
lei tanto e sì travolta ne la cima.
E se stati non fossero acqua d’Elsa
li pensier vani intorno a la tua mente,
e ‘l piacer loro un Piramo a la gelsa,
per tante circostanze solamente
la giustizia di Dio, ne l’interdetto,
conosceresti a l’arbor moralmente.
Ma perch’ io veggio te ne lo ‘ntelletto
fatto di pietra e, impetrato, tinto [411] tinto – offuscato
,
sì che t’abbaglia il lume del mio detto,
voglio anco, e se non scritto, almen dipinto,
che ‘l te ne porti dentro a te per quello
che si reca il bordon di palma cinto”.
E io: “Sì come cera da suggello [412] suggello = sigillo
,
che la figura impressa non trasmuta,
segnato è or da voi lo mio cervello.
Ma perché tanto sovra mia veduta
vostra parola disïata [413] disiare = desiare
vola,
che più la perde quanto più s’aiuta?”.
“Perché conoschi”, disse, “quella scuola
c’hai seguitata, e veggi sua dottrina
come può seguitar la mia parola;
e veggi vostra via da la divina
distar cotanto, quanto si discorda
da terra il ciel che più alto festina”.
Ond’ io rispuosi lei: “Non mi ricorda
ch’i’ stranïasse [414] straniare = allontonare
me già mai da voi,
né honne [415] honne – ne ho
coscïenza che rimorda”.
“E se tu ricordar non te ne puoi”,
sorridendo rispuose, “or ti rammenta
come bevesti di Lete ancoi;
e se dal fummo foco s’argomenta [416] s’argomenta – si deduce
,
cotesta oblivïon chiaro conchiude
colpa ne la tua voglia altrove attenta.
Veramente oramai saranno nude [417] nude – chiare, senza enigmi
le mie parole, quanto converrassi
quelle scovrire a la tua vista rude”.
E più corusco e con più lenti passi
teneva il sole il cerchio di merigge,
che qua e là, come li aspetti, fassi,
quando s’affisser, sì come s’affigge
chi va dinanzi a gente per iscorta
se trova novitate o sue vestigge,
le sette donne al fin d’un’ombra smorta,
qual sotto foglie verdi e rami nigri [418] nigro = nero
sovra suoi freddi rivi l’alpe porta.
Dinanzi ad esse Ëufratès e Tigri
veder mi parve uscir d’una fontana,
e, quasi amici, dipartirsi pigri.
“O luce, o gloria de la gente umana,
che acqua è questa che qui si dispiega [419] si dispiega – scaturisce
da un principio e sé da sé lontana [420] sé da sé lontana – si separa
?”.
Per cotal priego detto mi fu: “Priega
Matelda che ‘l ti dica”. E qui rispuose,
come fa chi da colpa si dislega [421] dislegarsi = slegarsi
,
la bella donna: “Questo e altre cose
dette li son per me; e son sicura
che l’acqua di Lete non gliel nascose”.
E Bëatrice: “Forse maggior cura,
che spesse volte la memoria priva,
fatt’ ha la mente sua ne li occhi oscura.
Ma vedi Eünoè che là diriva:
menalo ad esso, e come tu se’ usa,
la tramortita sua virtù ravviva”.
Come anima gentil, che non fa scusa,
ma fa sua voglia de la voglia altrui
tosto che è per segno fuor dischiusa;
così, poi che da essa preso fui,
la bella donna mossesi, e a Stazio
donnescamente [422] donnescamente = gentilmente
disse: “Vien con lui”.
S’io avessi, lettor, più lungo spazio
da scrivere, i’ pur cantere’ in parte
lo dolce ber che mai non m’avria sazio [423] sazio – saziato
;
ma perché piene son tutte le carte
ordite a questa cantica seconda,
non mi lascia più ir lo fren de l’arte.
Io ritornai da la santissima onda
rifatto sì come piante novelle
rinovellate di novella fronda,
puro e disposto a salire a le stelle.
aggio m – прибыль
alpe f – вершина, гора
alternare – чередовать, сменять
attuare – осуществлять
celare – скрывать, таить
cervello m – мозг, ум, рассудок
delinquere – совершать преступление, грешить
dischiudere – открывать, раскрывать
discordare – не подходить, не соответствовать, не соглашаться
eccelso – великий
enigma m – загадка
festino – быстрый
gelsa f – тутовая ягода
gire – идти, ходить
interdetto – запрещенный, запретный
intoppo m – препятствие, преграда
merigge m – сень
oblivione f – забвение
palma f – ладонь, пальма
persuadere – убеждать, уговаривать
pigro – ленивый
preda f – добыча, жертва
propinquo – близкий, соседний
ravvivare – приводить в чувство
salmodia f – псалмопение
serpente m – змея
tramortito – лишившийся чувств
trasmutare – изменять
vestigio m – след, остаток
Paradiso
Canto I
La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra, e risplende [424] risplendere = splendere
in una parte più e meno altrove.
Nel ciel [425] nel ciel – nel cielo Empireo
che più de la sua luce prende
fu’ io, e vidi cose che ridire
né sa né può chi di là sù discende;
perché appressando sé al suo disire,
nostro intelletto si profonda tanto,
che dietro la memoria non può ire.
Veramente quant’ io del regno santo [426] regno santo – il Paradiso
ne la mia mente potei far tesoro,
sarà ora materia del mio canto.
O buono Appollo, a l’ultimo lavoro
fammi del tuo valor sì fatto vaso,
come dimandi a dar l’amato alloro.
Infino a qui l’un giogo di Parnaso
assai mi fu; ma or con amendue
m’è uopo intrar ne l’aringo rimaso.
Entra nel petto mio, e spira tue
sì come quando Marsïa traesti
de la vagina de le membra sue.
O divina virtù, se mi ti presti
tanto che l’ombra [427] l’ombra – è il ricordo appena adombrato
del beato regno
segnata nel mio capo io manifesti,
vedra’mi al piè del tuo diletto legno
venire, e coronarmi de le foglie
che la materia e tu mi farai degno.
Sì rade volte, padre, se ne coglie
per trïunfare [428] per triunfare – per celebrare con solennità il trionfo di un imperatore, o la fama di un poeta
o cesare o poeta,
colpa e vergogna de l’umane voglie,
che parturir [429] partorire
letizia in su la lieta
delfica deïtà dovria la fronda
peneia, quando alcun di sé asseta.
Poca favilla gran fiamma seconda:
forse di retro a me con miglior voci
si pregherà perché Cirra risponda.
Surge [430] surgere = sorgere
ai mortali per diverse foci [431] foci – punti dell’orizzonte
la lucerna del mondo [432] la lucerna del mondo – il sole
; ma da quella
che quattro cerchi giugne con tre croci,
con miglior corso e con migliore stella
esce congiunta, e la mondana cera
più a suo modo tempera e suggella [433] suggellare = sigillare
.
Fatto avea di là mane e di qua sera
tal foce, e quasi tutto era là bianco
quello emisperio, e l’altra parte nera,
quando Beatrice in sul sinistro fianco
vidi rivolta e riguardar nel sole:
aguglia sì non li s’affisse unquanco [434] unquanco = non ancora
.
E sì come secondo raggio suole
uscir del primo e risalire in suso,
pur come pelegrin che tornar vuole,
così de l’atto suo, per li occhi infuso
ne l’imagine mia, il mio [435] il mio – il mio atto del riguardare in alto
si fece,
e fissi li occhi al sole oltre nostr’ uso.
Molto è licito là, che qui non lece [436] non lece – non è possibile
a le nostre virtù, mercé del loco
fatto per proprio de l’umana spece.
Io nol soffersi molto, né sì poco,
ch’io nol vedessi sfavillar dintorno,
com’ ferro che bogliente [437] bogliente = bollente
esce del foco;
e di sùbito parve giorno a giorno [438] giorno a giorno – raddoppiata la luminosità
essere aggiunto, come quei che puote
avesse il ciel d’un altro sole addorno.
Beatrice tutta ne l’etterne rote [439] l’etterne rote – i cieli, eternamente rotanti
fissa con li occhi stava; e io in lei
le luci fissi, di là sù rimote.
Nel suo aspetto tal dentro mi fei,
qual si fé Glauco nel gustar de l’erba
che ‘l fé consorto in mar de li altri dèi.
Trasumanar significar per verba
non si poria; però l’essemplo basti
a cui esperïenza grazia serba.
S’i’ era sol di me quel che creasti
novellamente [440] novellamente = di nuovo
, amor che ‘l ciel governi,
tu ‘l sai, che col tuo lume mi levasti.
Quando la rota che tu sempiterni
desiderato, a sé mi fece atteso
con l’armonia che temperi e discerni,
parvemi tanto allor del cielo [441] tanto allor del cielo – tanta parte del cielo
acceso
de la fiamma del sol, che pioggia o fiume
lago non fece alcun tanto disteso.
La novità del suono e ‘l grande lume
di lor cagion m’accesero un disio
mai non sentito di cotanto acume.
Ond’ ella, che vedea me sì com’ io,
a quïetarmi l’animo commosso,
pria ch’io a dimandar, la bocca aprio
e cominciò: “Tu stesso ti fai grosso
col falso imaginar, sì che non vedi
ciò che vedresti se l’avessi scosso.
Tu non se’ in terra, sì come tu credi;
ma folgore, fuggendo il proprio sito,
non corse come tu ch’ad esso riedi”.
S’io fui del primo dubbio disvestito [442] disvestire = svestire
per le sorrise parolette brevi,
dentro ad un nuovo più fu’ inretito
e dissi: “Già contento requïevi
di grande ammirazion; ma ora ammiro [443] ammiro = mi meraviglio
com’ io trascenda questi corpi levi”.
Ond’ ella, appresso d’un pïo sospiro,
li occhi drizzò ver’ me con quel sembiante
che madre fa sovra figlio deliro,
e cominciò: “Le cose tutte quante
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