Анелия Каминская - Божественная комедия / Divina commedia
- Название:Божественная комедия / Divina commedia
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- Жанр:
- Издательство:Литагент АСТ
- Год:2015
- Город:Москва
- ISBN:978-5-17-088902-0
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hanno ordine tra loro, e questo è forma [444] forma – principio informatore
che l’universo a Dio fa simigliante.
Qui veggion l’alte creature l’orma
de l’etterno valore, il qual è fine
al quale è fatta la toccata norma.
Ne l’ordine ch’io dico sono accline [445] accline = incline
tutte nature, per diverse sorti,
più al principio loro e men vicine;
onde si muovono a diversi porti [446] a diversi porti – a vari fini
per lo gran mar de l’essere, e ciascuna
con istinto a lei dato che la porti.
Questi [447] questi – tale istinto
ne porta il foco inver’ la luna;
questi ne’ cor mortali è permotore [448] permotore = principio motore
;
questi la terra in sé stringe e aduna;
né pur le creature che son fore
d’intelligenza quest’ arco saetta,
ma quelle c’hanno intelletto e amore.
La provedenza, che cotanto assetta [449] assetta – dispone
,
del suo lume fa ‘l ciel sempre quïeto
nel qual si volge quel c’ha maggior fretta;
e ora lì, come a sito decreto,
cen porta la virtù di quella corda [450] corda – il naturale istinto
che ciò che scocca drizza in segno lieto.
Vero è che, come forma non s’accorda
molte fïate a l’intenzion de l’arte,
perch’ a risponder la materia è sorda,
così da questo corso si diparte
talor la creatura, c’ha podere
di piegar, così pinta, in altra parte;
e sì come veder si può cadere
foco di nube [451] foco di nube – il fulmine
, sì l’impeto primo
l’atterra torto da falso piacere.
Non dei più ammirar, se bene stimo,
lo tuo salir, se non come d’un rivo
se d’alto monte scende giuso ad imo.
Maraviglia sarebbe in te se, privo
d’impedimento, giù ti fossi assiso [452] assiso = seduto
,
com’ a terra quïete in foco vivo”.
Quinci rivolse inver’ lo cielo il viso.
acume m – острота, проницательность
aringo m – арена,
assetare – вызывать жажду, страдать от жажды, возбуждать желание
assettare – приводить в порядок, устраивать, снаряжать
cesare m – кесарь
coronare – короновать, вознаграждать, увенчивать
deità f – божественность
deliro – исступленный
delfico – дельфийский
favilla f – искра
giogo m – ярмо, рабство, гнет
lecere – подобать, приличествовать
letizia f – радость, отрада
mercé f – милость, пощада, благодаря
porsi – ставить себя, приниматься
radere – брить, касаться, разрушать
scoccare – выпускать, отпускать
scuotere – трясти
sempiternare – увековечивать
serbare – сохранять, хранить, беречь
sfavillare – искриться, сверкать
temperare – смягчать, унимать, успокаивать
tesoro m – сокровище, ризница
trascendere – превосходить
trasumanare – выходить за пределы человеческих возможностей
uopo m – нужда, необходимость
vagina f – ножны
Canto VII
“Osanna, sanctus Deus sabaòth,
superillustrans claritate tua
felices ignes horum malacòth! ”.
Così, volgendosi a la nota sua [453] la nota sua – secondo il ritmo del suo canto
,
fu viso a me cantare essa sustanza,
sopra la qual doppio lume s’addua [454] s’addua – si assomma
;
ed essa e l’altre mossero a sua danza,
e quasi velocissime faville
mi si velar di sùbita distanza.
Io dubitava e dicea ‘Dille, dille!’
fra me, ‘dille’ dicea, ‘a la mia donna
che mi diseta con le dolci stille’.
Ma quella reverenza che s’indonna [455] s’indonna – s’impadronisce
di tutto me, pur per Be e per ice ,
mi richinava come l’uom ch’assonna.
Poco sofferse me cotal Beatrice
e cominciò, raggiandomi d’un riso
tal, che nel foco faria l’uom felice:
“Secondo mio infallibile avviso,
come giusta vendetta giustamente
punita fosse, t’ha in pensier miso;
ma io ti solverò tosto la mente;
e tu ascolta, ché le mie parole
di gran sentenza ti faran presente [456] presente – dono
.
Per non soffrire a la virtù che vole
freno a suo prode, quell’ uom che non nacque,
dannando sé, dannò tutta sua prole;
onde l’umana specie inferma giacque
giù per secoli molti in grande errore,
fin ch’al Verbo di Dio discender piacque
u’ [457] u’ – dove
la natura, che dal suo fattore
s’era allungata [458] allungata – allontanata
, unì a sé in persona
con l’atto sol del suo etterno amore.
Or drizza il viso [459] il viso – la vista della mente
a quel ch’or si ragiona:
questa natura [460] questa natura – la natura umana, unita a Dio nella persona di Gesù
al suo fattore unita,
qual fu creata, fu sincera e buona;
ma per sé stessa pur fu ella sbandita [461] sbandire = bandire
di paradiso, però che si torse
da via di verità e da sua vita.
La pena dunque che la croce porse
s’a la natura assunta si misura,
nulla già mai sì giustamente morse;
e così nulla fu di tanta ingiura,
guardando a la persona che sofferse,
in che era contratta tal natura.
Però d’un atto [462] d’un atto – da un medesimo atto
uscir cose diverse:
ch’a Dio e a’ Giudei piacque una morte;
per lei tremò la terra e ‘l ciel s’aperse.
Non ti dee oramai parer più forte [463] forte – difficile
,
quando si dice che giusta vendetta
poscia vengiata [464] vengiare = vendicare
fu da giusta corte.
Ma io veggi’ or la tua mente ristretta
di pensiero in pensier dentro ad un nodo,
del qual con gran disio solver s’aspetta.
Tu dici: “Ben discerno ciò ch’i’ odo;
ma perché Dio volesse, m’è occulto,
a nostra redenzion pur questo modo [465] pur questo modo – quest’unico modo
”.
Questo decreto, frate, sta sepulto [466] sepulto = sepolto
a li occhi di ciascuno il cui ingegno
ne la fiamma d’amor non è adulto.
Veramente, però ch’a questo segno [467] a questo segno – a questo argomento
molto si mira e poco si discerne,
dirò perché tal modo fu più degno.
La divina bontà, che da sé sperne
ogne livore, ardendo in sé, sfavilla
sì che dispiega le bellezze etterne.
Ciò che da lei sanza mezzo distilla
non ha poi fine, perché non si move
la sua imprenta quand’ ella sigilla.
Ciò che da essa sanza mezzo piove
libero è tutto, perché non soggiace
a la virtute de le cose nove.
Più l’è conforme, e però più le piace;
ché l’ardor santo ch’ogne cosa raggia,
ne la più somigliante è più vivace.
Di tutte queste dote s’avvantaggia
l’umana creatura, e s’una manca,
di sua nobilità convien che caggia.
Solo il peccato è quel che la disfranca [468] disfrancare = affrancare
e falla dissimìle al sommo bene,
per che del lume suo poco s’imbianca;
e in sua dignità mai non rivene,
se non rïempie, dove colpa vòta,
contra mal dilettar con giuste pene.
Vostra natura, quando peccò tota
nel seme suo, da queste dignitadi,
come di paradiso, fu remota;
né ricovrar potiensi, se tu badi
ben sottilmente, per alcuna via,
sanza passar per un di questi guadi [469] guadi – passaggi obbligati
:
o che Dio solo per sua cortesia
dimesso avesse, o che l’uom per sé isso
avesse sodisfatto a sua follia.
Ficca mo l’occhio per entro l’abisso
de l’etterno consiglio, quanto puoi
al mio parlar distrettamente fisso.
Non potea l’uomo ne’ termini suoi
mai sodisfar, per non potere ir giuso
con umiltate obedïendo poi,
quanto disobediendo [470] disobediendo = disubbidiente
intese ir suso;
e questa è la cagion per che l’uom fue
da poter sodisfar per sé dischiuso.
Dunque a Dio convenia con le vie sue
riparar l’omo a sua intera vita,
dico con l’una, o ver con amendue.
Ma perché l’ovra tanto è più gradita
da l’operante, quanto più appresenta
de la bontà del core ond’ ell’ è uscita,
la divina bontà che ‘l mondo imprenta,
di proceder per tutte le sue vie,
a rilevarvi suso, fu contenta.
Né tra l’ultima notte e ‘l primo die
sì alto o sì magnifico processo,
o per l’una o per l’altra, fu o fie [471] fie – sarà
:
ché più largo [472] più largo – più generoso
fu Dio a dar sé stesso
per far l’uom sufficiente a rilevarsi,
che s’elli avesse sol da sé dimesso;
e tutti li altri modi erano scarsi [473] scarsi – insufficienti a compiere l’espiazione
a la giustizia, se ‘l Figliuol di Dio
non fosse umilïato ad incarnarsi.
Or per empierti [474] empiere = empire
bene ogne disio,
ritorno a dichiararti in alcun loco,
perché tu veggi lì così com’ io.
Tu dici: “Io veggio l’acqua, io veggio il foco,
l’aere e la terra e tutte lor misture
venire a corruzione, e durar poco;
e queste cose pur furon creature;
per che, se ciò ch’è detto è stato vero,
esser dovrien da corruzion sicure”.
Li angeli, frate, e ‘l paese sincero [475] sincero – puro
nel qual tu se’, dir si posson creati,
sì come sono, in loro essere intero;
ma li alimenti che tu hai nomati
e quelle cose che di lor si fanno
da creata virtù sono informati.
Creata fu la materia ch’elli hanno;
creata fu la virtù informante
in queste stelle che ‘ntorno a lor vanno.
L’anima d’ogne bruto e de le piante
di complession potenzïata tira
lo raggio e ‘l moto de le luci sante;
ma vostra vita sanza mezzo spira
la somma beninanza [476] beninanza = bontà
, e la innamora
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